LA CANCEL CULTURE SU “1984”

«Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera»: il capolavoro di George Orwell “1984” venne censurato nel 1949 quando uscì per la prima volta e dopo 74 viene nuovamente messo ‘all’indice” della cultura mondiale.



La questione ha del paradossale e del surreale – potremmo dire anche “distopico” per fare quelli impegnati – se pensiamo che il libro dello scrittore inglese (di sinistra) puntava il dito proprio contro la censura, la dittatura del pensiero e l’ideologia dell’opinione pubblica. Ma è tutto vero purtroppo: Orwell come già tanti prima di lui è entrato ufficialmente nel “tritacarne” della “cancel culture” in Inghilterra, il Paese con gli Usa più “scatenato” sul fronte della censura di un passato che non “piace più” alle ideologie del momento. L’università di Northampton è solo l’ultima delle realtà “liberal” dove si abbatte la furia iconoclasta: negli scorsi giorni l’ateneo inglese ha emesso un avviso che descrive il romanzo di Orwell – incentrato sugli orrori della censura e della minaccia totalitaria dell’epoca nazismo-sovietismo-capitalismo – come contenente «materiale esplicito». Non solo, come ben riportano “Il Foglio” e “Il Giornale” (gli unici a rendersi conto di questa notizia in Italia) gli studenti della Northampton potrebbero trovare 1984 «offensivo e inquietante».



ORWELL, LA VERITÀ E IL PASSATO

Come scriveva lo stesso Orwell nel suo capolavoro «Chi controlla il passato – diceva lo slogan del Partito – controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato»: fa specie che oggi sia lui il primo “oggetto” di quella censura che guarda alla riscrittura del passato per “sistemare” il presente e il futuro. Il “Daily Mail” spiega nel dettaglio perché l’accademia inglese abbia deciso di segnalare proprio quel romanzo: «affronta questioni impegnative relative a violenza, genere, sessualità, classe, razza, abusi, abusi sessuali, idee politiche e linguaggio offensivo». Non possiamo dunque che “accordarci” al momento al giudizio caustico del deputato conservatore Andrew Bridgen che letta la notizia dichiara, «Piuttosto ironico che i nostri studenti vengano ‘avvertiti’ prima di leggere 1984. I nostri campus universitari stanno rapidamente diventando zone distopiche del Grande Fratello in cui si pratica la neolingua per ridurre la gamma del pensiero intellettuale e cancellare coloro che non si conformano ad esso». Del resto era stato lo stesso Orwell a “metterci” in guardia nell’immediato dopoguerra che il timore di una dittatura del pensiero, annientante l’individuo umano, non sarebbe stato cancellato con la fine del nazifascismo: anzi, era in atto già da anni il “morbo” totalitario visto poi in Russia, Cina, Cuba, Germania dell’Est e tanti altri ancora fino ai giorni nostri. Fino in Occidente, fino nella liberalissima e “rispettosa” Gran Bretagna: «In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?». Caro George Orwell, non potremmo che essere più d’accordo.

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