Oscar Luigi Scalfaro è stato il nono Presidente della Repubblica Italiana, incarico che ha mantenuto dal 1992 al 1999, arrivato dopo una lunghissima militanza da deputato, che era iniziata addirittura nel 1946. Prima di entrare in politica, nel 1941 ha conseguito la Laurea in Giuriprudenza, a cui ha fatto seguiyo l’inizio della sua attività da magistrato nello stesso anno.



Nel pieno del fascismo si è speso in maniera attiva aiutando chi si sentiva perseguitato in veste di dirigente dell’Azione Cattolica. Pur non amando particolarmente fare parlare di sè, coraggio e determinazione sono stati sempre due tratti distintivi della sua personalità, fondamentali nel periodo in cui si è trovato a fare da Capo dello Stato. L’Italia, infatti, si è trovata a dover gestire non solo una gravissima crisi economica, ma anche la delegittimazione della classe politica, arrivata in quella che è definita la fine della Prima Repubblica generata dallo scandalo di Tangentopoli, che ha colpito anche molti insospettabili.



Oscar Luigi Scalfaro: una discussa elezione a Capo dello Stato

L’anno in cui Scalfaro è stato eletto Capo dello Stato coincide con una delle fasi più difficili del nostro Paese. Pooc dopo, infatti, sono sopraggiunti due eventi che sono rimasti indelebili, gli attentati in cui sono rimasti uccisi i due magistrati più attivi nella lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La scelta di puntare su di lui non sarebbe stata però così casuale. A rivelarlo è Gerardo Bianco, che in quel periodo era presidente del Gruppo DC alla Camera e tra i protagonisti della sua elezione. “Alcuni accordi tra le parti sarebbero stati stipulati molto prima: “Dopo la rinuncia di Forlani il Partito Socialista disse: ‘Ora la palla passa a noi – ha dichiarato all’Adnkronos -. Fece il nome di Vassalli, che fu votato, ma prese meno voti di Forlani, manifestandosi subito come candidatura perdente. Fu consultato anche Leo Valiani, ma il suo nome non decollò. A questo punto si fece una verifica con il Pds. Io parlai con D’Alema, che escluse il nome di Martinazzoli. Per quel che ricordo, dopo la riunione con i Gruppi Parlamentari venne fuori il nome di Scalfaro. Craxi convenne su Scalfaro al Colle, la presidenza della Camera sarebbe andata al Pds che indicò Napolitano, provocando l’amarezza dell’allora vicepresidente vicario dell’Assembea di Montecitorio, Stefano Rodotà, mentre la presidenza del Consiglio sarebbe spettata ai socialisti con Bettino Craxi. Certamente l’eccidio di Capaci accelerò tutto, ma, lo ripeto, l’accordo politico su Scalfaro intervenne prima’