Jay Bhattacharya, epidemiologo di fama internazionale, ha denunciato di essere stato oscurato da Twitter su richiesta del governo statunitense per via dei suoi studi anti-lockdown. L’esperto, professore a Stanford e fra i tre firmatari della Great Barrington Declaration (documento che dimostrava l’esistenza di una strada alternativa al lockdown e alle restrizioni in periodo pandemico, ndr), ha parlato ai microfoni de “La Verità”, rivelando di avere incontrato il nuovo patron del social network, Elon Musk.
Dal loro dialogo, ha spiegato Bhattacharya, è emerso che “c’è una mole enorme di documenti da analizzare. Non uscirà tutto, e non subito. Ho passato gran parte del tempo sul mio caso, cercando di capire perché sono stato messo in ‘black list’ e oscurato attraverso lo ‘shadow ban’. Il 23 agosto in un tweet ho spiegato i punti chiave della GBD. A quanto pare ci sono state delle lamentele. Non hanno ancora individuato quali e da chi, ma la reazione di Twitter è stata di mettermi il giorno stesso in una specie di ‘lista nera’: mi ha oscurato”.
EPIDEMIOLOGO OSCURATO DA TWITTER: “ANCHE LA CHIUSURA SCUOLE POTEVA ESSERE EVITATA”
Il punto – come ha voluto precisare l’epidemiologo ai colleghi de “La Verità” – non è “la generale e sistematica censura su di me, ma sul dibattito scientifico in generale: ha causato enormi danni ai cittadini e alla scienza, sostenendo l’adozione di policies estremamente repressive che forse non sarebbero state prese, come la chiusura delle scuole. Se nel 2020 avessimo potuto avviare un dibattito aperto sul tema, le scuole non sarebbero state chiuse. Non solo: milioni di persone nel mondo non hanno mai saputo che lockdown, obblighi e restrizioni non
erano l’unica soluzione, come invece è stato fatto credere”.
Il professor Bhattacharya ha concluso il suo intervento dicendo di non avere più alcun dubbio sul fatto che sia stato il governo americano ad avere fatto pressing affinché il suo account venisse oscurato da Twitter: “Sono stati molto espliciti su questo. Le agenzie governative non solo hanno detto quali evidenze censurare, ma anche chi censurare, perché in contrasto con i diktat di salute pubblica decisi da loro. Abbiamo depositato le prove in tribunale”.