Con l’arrivo della seconda ondata, l’ospedale in Fiera di Milano rappresenta «una diga contro l’alluvione». Da un mese crescono i contagi di coronavirus in Lombardia, quindi la terapia intensiva di FieraMilanoCity realizzata da Regione Lombardia e Fondazione Fiera e affidato al Policlinico di Milano si riempie e salva vite. Sono 60 attualmente i ricoverati, ma nel giro di una settimana saliranno a quota 88. «Noi non siamo caduti nelle polemiche e abbiamo lavorato», ha dichiarato Nino Stocchetti, responsabile della Neurorianimazione del Policlinico e direttore del padiglione Fiera, come riportato da il Giornale. Il riferimento è alle polemiche che scoppiarono perché quando fu aperto il peggio era passato. Nel corso della prossima settimana, invece, apriranno altri due “moduli”, affidati a due grandi ospedali privati, Humanitas e San Raffaele. Dei 60 ricoverati, 7 sono stati trasferiti in reparti a bassa intensità di cura. L’età media dei ricoverati è di 64 anni e si sta abbassando, invece il più giovane ha 18 anni.



OSPEDALE FIERA MILANO DA SPRECO A MODELLO PER LA PUGLIA

Qualcosa di simile potrebbe essere realizzato in Puglia. Il dipartimento Salute sta infatti approntando la seconda fase del potenziamento della rete ospedaliera pugliese per affrontare questa fase dell’emergenza coronavirus. Il primo step prevede l’attivazione di circa 3mila posti letto Covid entro il 30 novembre. Inoltre, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, si sta valutando la possibilità di creare ospedali da campo all’interno dei quali creare reparti di sub-intensiva o di intensiva, come avvenuto alla Fiera di Milano. Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha spiegato che la Fiera del Levante è una delle aree candidate ad ospitare un ospedale da campo, sulla falsa riga di quanto accade a Milano. Ma non sarà l’unica: l’idea è di usare moduli mobili per creare altri reparti vicino alle altre strutture Covid. In caso di aumento esponenziale dei casi in Puglia, potrebbe essere creato un ospedale da campo in ogni provincia.

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