LA VERSIONE DI ISRAELE E L’ACCUSA AD HAMAS PER L’OSPEDALE BOMBARDATO

Mentre lo sdegno e le accuse del mondo musulmano piovono su Israele per la strage immane dell’ospedale Al Ahli bombardato a Gaza City, lo scambio di accuse continua tra lo Stato ebraico e la sigla terroristica Hamas: sono però nuovi documenti diffusi dall’esercito d’Israele (IDF) su Twitter/X – sia foto che video che materiale audio – a puntare il dito contro Hamas e la Jihad islamica palestinese.



«La Jihad islamica ha colpito un ospedale a Gaza, l’IDF no. Ascoltate i terroristi mentre se ne rendono conto da soli»: nell’audio si sentirebbe la prova secondo cui il missile sarebbe partito dalle postazioni islamiste jihadiste e che avrebbe colpito l’ospedale di Gaza compiendo la carneficina vista ieri. «Non c’erano jet israeliani sull’ospedale di Gaza», aggiunge l’IDF in un altro post, «Il lancio fallito di un razzo da parte dell’organizzazione terroristica della jihad islamica ha colpito l’ospedale Al Ahli di Gaza City. Filmati dell’Iaf dall’area intorno all’ospedale prima e dopo il fallito lancio del razzo». La traiettoria del razzo, sostiene Tel Aviv in una conferenza stampa dei portavoce dell’esercito, «conferma che è stato sparato da un luogo vicino all’ospedale, con una traiettoria sbagliata». Ci sarebbero poi anche dei video indipendenti che mostrano come il fallimento del lancio sia avvenuto e abbia poi continuato nel volo verso la Striscia di Gaza, «fino a quando non è caduto sull’ospedale». Le comunicazioni intercettate dei terroristi dimostrerebbero proprio l’errore del lancio: «arrivava dal cimitero dietro l’ospedale, ma la sua traiettoria ha fallito ed è caduto sull’ospedale», spiega Israele con la conferma dei dati dell’intelligence.



OSPEDALE DI GAZA CITY BOMBARDATO: LA STRAGE DEGLI INNOCENTI, TRA I 200 E I 500 MORTI

Choc a Gaza dopo che un ospedale è stato bombardato provocando centinaia di vittime, fra cui anziani, donne e bambini. Il numero certo non è ancora ufficiale (dovrebbero essere fra i 200 e i 500) ma quanto avvenuto nella giornata di ieri rappresenta un’escalation da parte di Hamas e Israele davvero preoccupante. Second quanto riferito da RaiNews, almeno 350 persone sarebbero rimaste ferite dopo l’attacco all’ospedale Al-Ahli di Gaza, il principale di Gaza City, e le stesse sono state portate presso altri ospedali, già tra l’altro sovraccarichi. “Stiamo comprimendo cinque letti in un’unica minuscola stanza. Abbiamo bisogno di attrezzature, di medicine, di letti, di anestesia, di tutto”, ha detto Mohammed Abu Selmia, direttore della struttura ospedaliera, avvertendo inoltre che i generatori dell’ospedale si esauriranno nella giornata di mercoledì: “Penso che il settore medico di Gaza collasserà entro poche ore”.



Numerose le reazioni indignate al bombardamento, a cominciare da quello del segretario dell’Onu, Guterres, che attraverso la propria pagina X ha scritto: “Gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale umanitario”. Nel frattempo si cerca di capire chi abbia portato a termine un attacco così cruento, e Hamas ha puntato il dito nei confronti di Israele e anche degli Stati Uniti, ma il premier Netanyahu ha smentito di aver attaccato l’ospedale di Gaza City, additando invece il tutto al fallito lancio di un razzo da parte dei palestinesi.

OSPEDALE GAZA BOMBARDATO: A GAZA CIRCA 3.000 MORTI E 10MILA FERITI DA INIZIO GUERRA

Le due fazioni nemiche si stanno quindi rimpallando le responsabilità ed è probabile che solo in un secondo momento si scoprirà la verità. La Jihad Islamica ha definito “bugie” le accuse di Israele che attribuisce all’organizzazione islamista la responsabilità dell’attacco sull’ospedale “Come al solito – si legge in una nota – il nemico sionista sta cercando, attraverso l’invenzione di menzogne, di sottrarsi alla responsabilità del brutale massacro commesso bombardando l’ospedale, e punta il dito contro la Jihad islamica”. Nel frattempo le vittime a Gaza sarebbero quasi 3.000, mentre i feriti circa 9.700, ma tale numero è destinato a crescere rapidamente proprio a seguito del recente attacco all’ospedale.