L’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali AGENAS, ha pubblicato un rapporto sulla qualità delle cure offerte negli ospedali italiani in base a vari fattori di valutazione. Alcune strutture si sono classificate come eccellenti, specialmente per le terapie di alcune patologie specifiche come tumori, chirurgia oncologica, interventi tempestivi in caso di infarti, standard degli interventi di bypass, e fratture del femore. Ne è risultata una classifica che vede principalmente due ospedali di regioni diverse ai vertici della lista. Si tratta in particolare dell’Istituto l’Humanitas di Rozzano a Milano, e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche ad Ancona.



Queste sono le due che hanno ricevuto una più alta valutazione da parte dell’agenzia, e che risultano particolarmente efficaci nell’offrire cure di ottima qualità, anche al di sopra degli standard rispetto ai livelli di altri ospedali pubblici. Nel documento, che è stato riportato dal Sole 24 Ore, sono state analizzate 1400 aziende sanitarie locali regionali, per 6 differenti aree cliniche, e il rapporto è stato poi inserito nel “Piano Nazionale Esiti“, con dati che hanno tenuto contro della ripresa della piena attività di visite, interventi e ricoveri dopo la pandemia.



Ospedali migliori d’Italia, la classifica Agenas per qualità delle cure

Le altre strutture che hanno ricevuto una valutazione positiva dall’agenzia Agenas, oltre a Milano e Ancona sono: al terzo posto l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, e al quarto l’Humanitas Mater Domini di Castellanza Varese. Inoltre altri ospedali si sono distinti per qualità delle cure e ottime performance e sono in particolare il Gemelli di Roma e il Careggi a Firenze.

Gli indicatori calcolati, dopo la ripresa dei servizi a pieno regime, cioè dalla fine dell‘emergenza Covid sono stati diversi. Principalmente è stata considerata l’assistenza ospedaliera ed il livello del rapporto esito/processo. Poi l’assistenza territoriale, differenziata per ricoveri ed ospedalizzazioni evitate, numeri di esiti impropri accessi non necessari in pronto soccorso.