Sin dagli anni 2000 i ricercatori si interrogano e studiano gli strumenti e gli schemi concettuali da applicare per valutare la performance dei sistemi sanitari. Sebbene vi siano diversi approcci, è possibile identificare almeno due fattori comuni: i) la multidimensionalità, ovvero la necessità di catturare la complessità dei servizi sanitari attraverso più misure; ii) il ricorso al benchmarking, ovvero il confronto delle misure. Il confronto fra pari permette di attivare meccanismi di competizione positiva e di emulazione di chi riesce a ottenere risultati migliori.
Nel tempo si sono sviluppate sempre più esperienze a livello nazionale o sub-nazionale. Alcuni esempi sono riportati nella pubblicazione So What della Commissione europea del 2016, in cui l’Italia figurava con ben tre sistemi di valutazione delle performance: la griglia Lea, il Programma Nazionale Esiti e il sistema di valutazione della performance del network delle Regioni italiane coordinato dal laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Quest’ultimo è caratterizzato da specifiche rappresentazioni di sintesi, note come bersaglio e pentagramma, e dalla volontarietà dei soggetti valutati, ma anche da momenti di crescita e scambio culturale in tema di utilizzo delle misure.
Tenendo conto dell’approccio e dei risultati di questa esperienza, l’Ong Medici con l’Africa Cuamm con i ricercatori del Laboratorio Management e Sanità hanno adattato questo sistema al contesto africano di quattro ospedali e dei relativi distretti sanitari in tre differenti paesi – Etiopia, Tanzania e Uganda -, nei quali il Cuamm è presente da anni con progetti di cooperazione sanitaria. Lo sviluppo dello strumento di valutazione di questi contesti ha imposto una triplice sfida:
i) la necessità di comprendere quali indicatori poter utilizzare per fornire un quadro multidimensionale valido a livello locale;
ii) il confronto tra ospedali e distretti in tre differenti Paesi africani;
iii) la comprensione del contesto epidemiologico e istituzionale di riferimento.
In questo scenario la partnership con chi si occupa da 70 anni di cooperazione sanitaria internazionale è stata fondamentale e ha rappresentato un requisito necessario per comprendere il contesto di riferimento, il quadro istituzionale ed epidemiologico e per interagire con i professionisti locali in fase di definizione degli indicatori e di raccolta dati.
In un anno di lavoro sono stati raccolti quasi 120 indicatori. La figura 1 riassume la performance di sintesi attraverso i bersagli dei quattro contesti analizzati: l’ospedale St. Luke di Wolisso con il relativo territorio di riferimento, in Etiopia; l’ospedale di Tosamaganga con il distretto di Iringa District Council, in Tanzania; l’ospedale St. Kitiko di Matany con il distretto di Napak e l’ospedale di Aber con il distretto di Oyam, in Uganda.
Nel rapporto presentato in occasione del seminario tenutosi a Pisa il 17 ottobre è possibile analizzare i risultati dei singoli indicatori e confrontare la performance di ciascun contesto anche per quanto riguarda la valutazione dei percorsi assistenziali. Di specifico interesse sono quelli relativi alle malattie infettive di tubercolosi, gastroenterite e Hiv, che rappresentano percorsi distintivi dei contesti africani rispetto a quelli italiani, oltre a quello della salute materno-infantile, che certamente costituisce un ambito di rilevanza nelle realtà africane.
Il bersaglio e il pentagramma sono strumenti efficaci per sintetizzare i risultati in modo semplice e intuitivo, promuovendo lo sviluppo di capacità e competenze tra i professionisti nella raccolta, analisi e interpretazione dei dati.
Con queste premesse, la strada per superare la diffidenza che le autorità locali nell’utilizzo effettivo del sistema di valutazione è stata solo tracciata. La sfida, quindi, è quella di consolidare lo strumento, approfondendone ambiti di misurazione e modalità di interpretazione degli indicatori, e di sostenere il processo di restituzione dei risultati e di capacity bulding per il loro utilizzo al fine del rafforzamento della governance dei sistemi sanitari locali.
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