Nella giornata di ieri – giovedì 10 ottobre 2024 – in quel di Milano l’Osservatorio ICCH (sigla per ‘International Corportate Communication HUB’) ha presentato l’ultimissimo studio sulla Corportare Reputation che mirava a tracciare le tendenze emergenti di un settore al centro di importanti rivoluzioni e a riflettere sulle loro implicazione strategiche per il cosiddetto ‘brand building’: presenti all’evento milanese Pierangelo Fabiano (segretario generale dell’Osservatorio ICCH) e la professoressa della IULM – e coordinatrice del comitato accademico del centro svizzero – Stefania Romenti; accompagnati (ma c arriveremo dopo) dai top manager di alcune tra le aziende italiane più famose.



Ad introdurre l’evento ci ha pensato proprio il segretario dell’Osservatorio ICCH, che ha poi passato immediatamente la palla alla professoressa che – in qualità di autrice – ha esposto i contenuti dello studio completamente incentrato sulle più recenti tendenze sulla reputazione aziendale: tra tecnologia, interconnessione e aspettative sociali – infatti – ora più che mai gestire la corporate reputation della propria azienda è una sfida sempre complessa ed articolata e lo studio mira ad essere una sorta di punto di partenza per manager, ricercatori e studenti che intendono dare un loro contributo al settore.



Dopo la presentazione dello studio dell’Osservatorio ICCH, sul palco milanese è salito un team di manager – composto da Cristina Cammilli (Coca Cosa Italia e Albania), Erika Mandraffino (Eni), Stefano Tassone (Mediobanca) e Fabio Ventoruzzo (Sisal) – che hanno ragionato sulla crisi reputazionale e la protezione del brand; mentre poco dopo Alessandro Bianco (Lavazza Group & Lavazza Eventi), Enrico Bocedi (Campari), Luca Di Persio (Agenzia ICE) e Alicia Lubrani (Axpo Italia e Pulsee luce e gas) hanno intrattenuto un tavolo di lavoro sulla reputazione aziendale sui social media.



Fabiano (Osservatorio ICCH): “Interconnessione, attenzione al sociale e alla sostenibilità sono aspetti fondamentali della Corportare Reputation”

Crediamo – commenta in quel di Milano il segretario dell’Osservatorio ICCH Pierangelo Fabianoche riflettere sulla gestione della propria corporate e brand reputation (..) sia fondamentale per il nostro network” specialmente in un contesto storico del tutto unico come quello attuale “sempre più interconnesso, attento ai temi sociali e [alla] sostenibilità“, senza dimenticare neppure l’avvento – pieno di “opportunità (..), sfide e interrogativi” – dell’Intelligenza artificiale; il tutto in un evento che si è tenuto proprio in occasione dei “tre anni di attività dell’Osservatorio ICCH“.

Guardando al futuro – poco dopo aver ricordato i “45 manager membri del Comitato scientifico [e i] 7 docenti“, ma anche le “7 ricerche” prodotte e i “12 magazine tematici” – per il 2025 Fabiano promette importanti novità come “il nono Premio Giovani Comunicatori ICCH“, un nuovissimo “podcast, il sito e il magazine bilingue” grazie al quale l’Osservatorio diventerà sempre più un “punto di riferimento (..) a tutto tondo per [gli] stakeholder” di tutto il mondo.

Dal conto suo – invece – la professoressa della IULM Stefania Romenti, introducendo la ricerca che ha coordinato sulla corporate reputation ha ricordato che “negli ultimi 10 anni sono state pubblicate circa mille ricerche” sul tema della reputazione rapportata ai processi sociali in atto che hanno evidenziato – in ogni singolo caso – che “stigma, status e prestigio, legittimità e impatto sociale” sono temi profondamente legati tra loro a formare “un tessuto reputazionale complesso e dinamico“.