Per gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre sul territorio israeliano, nel primo atto della guerra a Gaza che dura ormai da più di 100 giorni, c’è ancora una possibilità: parola del professor Michael Tsur. Questi è tra i più abili negoziatori delle crisi a Tel Aviv ed ha affiancato nella sua lunga carriera diversi governi e staff aziendali per gestire ogni tipo di emergenza. Il fondatore Mediation & Conflict resolution institute di Gerusalemme, e anche membro delle forze armate israeliane, ha parlato con il Quotidiano Nazionale proprio degli ostaggi di Hamas, stimati ad un centinaio di persone che sono tragicamente rimasti esclusi dallo scambio che c’è stato tra novembre e dicembre.
Tsur: “C’è ancora una speranza per gli ostaggi di Hamas”
Sulle trattative per gli ostaggi di Hamas, Tsur sostiene immediatamente di non voler “entrare nei dettagli”, pur sottolineando che “esistono le condizioni per trattare, c’è una via di comunicazione” con i terroristi. “Come in tutte le circostanze estreme”, spiega al Quotidiano Nazionale, “è importante creare un clima di fiducia reciproca e ridurre al minimo le incomprensioni”. Centrale, “in questi casi”, è sempre capire “chi è l’opinione pubblica in gioco ed eventualmente chi la influenza”, anche se tra Hamas e Israele la situazione “è ovviamente molto delicata”.
Seppur le possibilità per liberare gli ostaggi di Hamas ci siano, per Tsur “il tempismo è un fattore cruciale“, secondo anche il vecchio detto “time kills all deals: il passare del tempo può rivelarsi un fattore negativo per gli accordi”. Il peso degli stati nelle trattative di questo tipo, secondo il negoziatore, sono secondari rispetto “alle singole persone che creano la mediazione e la comunicazione” perché “carattere, personalità e capacità di aprirsi all’altro e comprenderne le ragioni” sono fattori fondamentali. In particolare, nelle trattative per gli ostaggi di Hamas, ma anche in casi simili, secondo il negoziatore bisogna sempre tenere a mente che “anche se hai davanti il diavolo non sei lì per negoziare contro di lui, ma insieme a lui. Non è tuo nemico, bensì tuo partner“.