Majed Al-Ansari, consigliere del Ministro degli Esteri del Qatar, ha parlato della situazione a Gaza tra Israele e Hamas sulle pagine del quotidiano francese Le Parisien. Attualmente, infatti, l’Emirato è l’unico attore internazionale che sembra godere di una posizione favorevole per intavolare un eventuale dialogo tra i belligeranti e sta lavorando al fine della liberazione degli ostaggi che i terroristi palestinesi hanno catturato nei loro raid del 7 ottobre.



Al-Ansari, infatti, spiega che il Qatar “dopo l’inizio dell’escalation [ha] contattato Israele e Hamas, lavorando per cercare di disinnescare la crisi. Il recente rilascio di quattro ostaggi dimostra che ci sono intenzioni positive da tutte le parti. Non possiamo”, tuttavia, “promettere che ciò avvenga oggi o domani, ma siamo fiduciosi che gli ostaggi saranno rilasciati molto presto”. Parlando, invece, delle critiche mosse contro il Qatar che, secondo certi commentatori, sosterrebbe ed appoggerebbe Hamas, spiega che, in realtà, “ha immediatamente condannato tutti gli attacchi contro i civili”, mentre la presenza di una sede operativa dei terroristi sul territorio qatariota, secondo Al-Ansari “non implica un’approvazione, ma stabilisce un importante canale di comunicazione usato nei cruciali sforzi di mediazione”, peraltro “aperto su richiesta degli Stati Uniti”.



Al-Ansari: “Gli aiuti del Qatar a Gaza sono controllati dall’ONU”

Andando avanti nella sua intervista, il portavoce del Qatar ci tiene anche a smentire l’idea secondo la quale gli stipendi pagati dall’Emirato a Gaza servano a finanziare Hamas. “Tutti gli aiuti”, spiega, “sono coordinati con Israele, Nazioni Unite e Stati Uniti” e si costituiscono in 100 dollari mensili per 100mila famiglie. Ci tiene, inoltre, a sottolineare che “sono soggetti a rigidi controlli”, mentre allo stato attuale “sono assolutamente essenziali. La popolazione di Gaza sta soffrendo”.



Complessivamente, inoltre, il portavoce del Ministro degli Esteri del Qatar si dice preoccupato dall’ipotesi che il conflitto tra Israele e Hamas possa destabilizzare tutto il Medio Oriente. Proprio per questa ragione, dunque, “non possiamo restare inerti mentre questo conflitto produce una nuova generazione di rifugiati. Dobbiamo fare pressioni su tutte le parti e parlare con i nostri partner per evitare un’escalation” e giungere ad una pace giusta. E a proposito di pace, secondo il Qatar, l’unica soluzione “a lungo termine” possibile è quella “dei due Stati, con Gerusalemme Est come capitale di uno Stato palestinese, per porre fine all’attuale conflitto” ma che “non può essere raggiunta senza il pieno impegno di Israele