Da qualche tempo anche Milano ha cominciato ad allinearsi dal punto di vista delle strutture ricettive e nel settore dell’hospitality alle grandi capitali europee e del resto del mondo, proponendo soluzioni ad hoc per una clientela giovane e più dinamica, magari anche social-oriented, che ama spostarsi continuamente e non è alla ricerca di lunghi pernottamenti ma, ad esempio, non può rinunciare a una connessione ad alta velocità oppure allo smart booking e alla ricerca anche in loco (e non pianificando in anticipo la vacanza) un albergo. È per questo motivo che da qualche tempo pure nel capoluogo meneghino è nato uno dei primi “capsule hotel” ovvero dove lo spazio per il pernottamento degli ospiti è ridotto a piccoli blocchi stile alveare (“honeycomb”): è il caso dell’Ostellzzz, una sorta di ostello hi-tech che ha sede in un edificio di cinque piani in Via Giorgio Jan 5 nei pressi della fermata Lima della Metropolitana e a due passi proprio dal trafficatissimo Corso Buenos Aires. Andiamo a scoprire di cosa si tratta e come questa struttura si inserisce in quel filone sempre più à la page che dal Giappone oramai ha conquistato tutto il mondo.
L’OSTELZZZ A MILANO
I cosiddetti “capsule hotel” o alberghi capsulari sono stati sviluppati per la prima volta nel Paese nipponico per una soluzione che ben si adatta soprattutto ai ritmi di coloro che vivono in una metropoli o che cercano un albergo in cui soggiornare o anche solo schiacciare un pisolino con tutti i comfort (magari anche nei pressi di stazioni e aeroporti) nelle pause tra un viaggio e l’altro e mettendo a disposizione i dispositivi elettronici… di prima necessità. Ed è proprio questa la filosofia che ispira l’Ostelzzz che si ispira proprio a quelle micro-capsule sempre più in voga nei grandi snodi aeroportuali dove si può effettuare una breve sosta e come accade ad esempio ad Orio al Serio e Malpensa con le cabine di Zzzleepandgo (startup italiana nata nel 2014 e che opera nel campo della “smart hospitality”): sui 1100 metri quadrati di spazio sono a disposizione cento posti letto divisi in modo che si può dormire su quattro dei cinque pianti mentre in un altro è stata ricavata un’area comune con tanto di terrazzo per ridurre l’eventuale senso di claustrofobia dei più esigenti e pura una corte interna. Ovviamente grande importanza viene data proprio a quella che gli ideatori definiscono la Social Platform attraverso cui gli ospiti possono conoscersi e stare assieme (condividendo ovviamente l’esperienza), e in questo senso la definizione di Social Hostel non è così peregrina dato che fa riferimento proprio più a quella dimensione umana delle interazioni anziché al versante digitale e spersonalizzato.
UN “CAPSULE HOTEL” TRA SMART BOOKING E SOCIAL NETWORK
“Miriamo a creare una rete di Social Hostels localizzati in posizioni strategiche nelle maggiori città europee” aveva detto qualche tempo fa uno dei fondatori, rimarcando la differenza dell’Ostelzzz rispetto ai “capsule hotel” giapponesi, sorti più che altro in stazioni e terminal e non in zone di particolare interesse di una metropoli. In attesa che il progetto prenda piede lungo la penisola con altri ostelli simili si può illustrare la struttura all’interno: le cabine, anche a due letti e posizionate una sull’altra come celle di un alveare, sono all’insegna della tecnologia con sistema di ventilazione, luci LED, schermi touch che consentono di loggarsi al social network interno all’albergo, mentre le cosiddette capsule “Pebble” sono quelle che invece si ispirano maggiormente a quelle aeroportuali. Per quanto riguarda i servizi è previsto almeno un bagno ogni sei capsule mentre per quanto riguarda prenotazione e check-in è tutto virtuale dato che si effettua tramite interfaccia e le varie app, e ovviamente non vi sono nemmeno chiavi al proprio “pod” si accede col riconoscimento delle impronte digitali; è ovviamente previsto un deposito per i bagagli e una cassetta di sicurezza mentre sono a disposizione comunque pure servizi per i disabili ed è compresa nel prezzo (che si aggira mediamente attorno ai 30-40 euro a notte) anche una colazione continentale alla mattina.