Ottavia Piccolo è intervenuta in qualità di ospite a “Oggi è un altro giorno”, parlando della sua esistenza su… un’isola: “Vivo a Lido di Venezia con mio marito ormai da otto-nove anni e abbiamo casa qui da ventitré anni. Venimmo qua in vacanza quando mio figlio aveva un anno, ce ne innamorammo subito. Abbiamo preso successivamente casa e ci siamo definitivamente trasferiti in un secondo momento”.
Il rapporto con il marito? “Dopo 46 anni di matrimonio stiamo bene insieme e ci divertiamo ancora. A Lido di Venezia abitano un sacco di persone, con negozi aperti (quelli la cui attività è consentita in questo momento di restrizioni, ndr) e persone che lavorano. Venire a Venezia e trovarla così vuota fa un po’ impressione e in questo periodo non ci si viene volentieri, ma la sofferenza delle persone, di chi ci deve vivere, è dura”.
OTTAVIA PICCOLO: “STREHLER MI INSULTÒ”
Ottavia Piccolo, ripercorrendo la sua carriera, ha sottolineato che ha cominciato a calcare le scene all’età di undici anni, interpretando una bambina sordomuta: “Mia mamma aveva letto su un giornale che cercavano una bimba per questo ruolo. Lei amava molto il teatro e ha voluto vedere come fosse la vita in un teatro. Ci recammo lì, c’erano un sacco di madri con le loro figlie. Noi stavamo andando via, però ci hanno fermate perché la mia fisicità era idonea a quella ricercata per il personaggio. Come tutti i bambini, giocavo sul palcoscenico, cosa che faccio ancora oggi”. Sul rapporto con la madre, Ottavia Piccolo ha rimarcato che “in quel momento realizzavo la sua ambizione di vedere sua figlia felice. Lei non è mai stata un peso per me, sono io che ho sempre dovuto decidere e scegliere. I miei genitori non mi hanno neppure fatto mai pesare la questione economica, ma mi hanno insegnato a badare alle cose che davvero mi piaceva fare. Avevo un sesto senso già da piccolina, me la sono sempre cavata. Leggendo e guardandomi intorno, unitamente all’ascolto delle persone altrui”. Il primo incontro con Giorgio Strehler? “Mi ha detto qualche parolaccia quando avevo quindici anni, perché non avevo molta voce sul palco. Non mi ha però intimidito, perché ho capito che lui faceva la parte del direttore del circo e che io ero uno dei tanti elementi”. Poi, nel 1970, la vittoria della Palma d’Oro a Cannes: “Sono scappata a Parigi dopo poche ore, dunque la città l’ho vista poco. Ho visto solo il premio, che non ho neppure più”.