Nella giornata di oggi il Dipartimento delle Finanze pubbliche ha pubblicato l’annuale (e verrebbe da dire tradizionale) report sul cosiddetto Otto per mille, la misura pensata e introdotta nel 1984 e che serve – a partire dal gettito Irpef di noi contribuenti – a ‘finanziare’ gli enti pubblici o le confessioni religiose; un tempo riservato solamente alla Chiesa Cattolica, ora include tutte le religioni riconosciute legalmente e che hanno firmato un Intesa con lo Stato. Data la sua secolare tradizione collegata alla Chiesa Cattolica, l’Otto per mille per lunghi (lunghissimi) anni è stato quasi sempre devoluto completamente a suo favore, ma dai dati del 2024 sembra chiaro che questa tendenza si stia piano piano invertendo, con sempre più contribuenti attirati dall’idea di donare fondi allo Stato.
Facendo un passetto indietro prima di arrivare ai dati veri e propri di quest’anno e – soprattutto – al rapporto rispetto ai dati degli scorsi anni; vale la pena ricordare (perché ci tornerà utile dopo) che ogni contribuente è tenuto a versare l’Otto per mille con la dichiarazione Irpef, scegliendo l’ente – appunto, tra Stato, Chiesa Cattolica e confessioni religiose di vario tipo – o lasciando le caselline in bianco: in questo caso, ogni scelta non espressa andrà ad ingrossare i numeri delle scelte espresse dagli altri contribuenti, in modo (ovviamente) proporzionale.
L’Otto per mille: cosa hanno scelto i contribuenti nel 2024 e tutti i dati degli scorsi anni
Ma – quindi – cosa ci dicono i dati del 2024 sull’Otto per mille? Innanzitutto (come vi anticipavamo prima) che quella tendenza a favore della Chiesa Cattolica si sta attenuando sempre di più, in larghissima parte a favore delle donazioni allo Stato; mentre i dati sulle altre confessioni – con la Chiesa Evangelica Valdese che tiene le redini della classifica – sono rimaste più o meno costanti nel corso degli ultimi anni. Entrando nel vivo dei dati: il report pubblicato oggi (che potete recuperare integralmente cliccando su queste parole) ci dice che il valore dell’Otto per mille a favore della Chiesa è sceso sotto la quota del miliardo di euro, toccando e superando di poco i 990milioni; mentre allo Stato sono confluiti poco più di 340milioni e – molto, molto, più giù – si nota che alla Chiesa Valdese sono stati attribuiti poco più di 40milioni di euro.
Tra i contribuenti solamente il 40,74% ha espresso direttamente una preferenza ed è singolare notare come tra questi il 70,37% abbia barrato la casella della Chiesa, mentre solo il 24% tondo ha scelto lo Stato; e guardando ai dati attesi per i prossimi anni – che contengono per ora solo le percentuali della ripartizione, ma non i valori economici dell’Otto per mille – si nota che crescerà sempre di più lo Stato (prima il 24,62% delle preferenze, poi addirittura il 26,79%) a discapito della chiesa (nel 2025 al 69,59% e nel 2026 al 67,28).
Tornando poco più indietro, per trovare valori sotto il miliardo di euro di Otto per mille a favore della Chiesa Cattolica dobbiamo andare fino al 2010 in cui scopriremmo che furono (comunque) l’85% dei contribuenti a sceglierla, rispetto ad un misero 11,95% a favore dello Stato; mentre il ‘punto di rottura’ – ovvero l’inizio dell’inflessione di donazioni per la Chiesa – risale agli anni a cavallo tra il 2018 e il 2019 quando si passò dall’81% al 79 e mai prima del 2024 si era raggiunto il 70% di cui vi parliamo oggi.