Nuova udienza in merito al processo riguardante Ousseynou Sy, il 47enne autista del bus che il 20 marzo di un anno fa dirottò un pullman con a bordo una cinquantina di ragazzini, con l’aggiunta di due insegnanti e una bidella, minacciando di dare loro fuoco. Oggi hanno parlato i legali dell’imputato, a cominciare dall’avvocato Giovanni Garbagnati, con il 47enne che ha assistito all’udienza nell’aula bunker. Rispetto alla volta scorsa Sy non ha voltato le spalle all’accusa, ma si è rivolto verso il giudice con addosso una mascherina nera sul volto con la scritta “l’Africa non morirà mai” e la cartina del continente ricamata. Secondo Garbagnati le intenzioni del proprio cliente non erano omicide, ed inoltre, lo stesso non avrebbe mai appiccato il fuoco al mezzo: “In realtà l’imputato non ha appiccato il fuoco – le sue parole in aula – e non aveva alcuna volontà omicida e incendiaria”. Il legale ha chiesto l’assoluzione per il reato di strage, ed ha sostenuto che nessuno dei bimbi e dei professori presenti sul bus ha visto il suo cliente appiccare il fuoco, e che la causa dell’incendio del mezzo sarebbe invece da addebitare ad un cortocircuito venutosi a creare dopo che l’auto dei carabinieri è intervenuta per fermare il pullman.
DIFESA OUSSEYNOU SY: “UN GESTO CLAMOROSO DETTATO DA UN TORMENTO”
Secondo la difesa, quindi, non c’era dolo nell’azione di Sy nonostante lo stesso, come ricorda l’edizione online dell’agenzia Ansa, abbia cosparso l’autobus di benzina. Il difensore di Sy non ha comunque negato che quella del 47enne sia stata “un’azione spropositata. Un gesto clamoroso di denuncia di un pensiero che lo tormentava”, ovvero, le numerosi morti nel mar Mediterraneo, come aveva già spiegato lo stesso subito dopo il suo arresto. La prossima udienza è fissata nella giornata di mercoledì 15 luglio, dopodomani, e lo stesso imputato renderà per la prima volta in aula dichiarazioni, in attesa poi della sentenza che dovrebbe arrivare sempre nello stesso giorno. Il pm di Milano, Luca Poniz, ha chiesto che l’uomo venga condannato a 24 anni di carcere, una richiesta effettuata la settimana scorsa al termine della requisitoria.