L’abominio del razzismo e le follie del politicamente corretto: due problemi diversissimi, di entità e portata storica ovviamente complessa e variegata, ma che si affacciano entrambe all’alba del 2020 stravolto dal Covid-19. Mentre in Inghilterra e negli States impazzano le proteste del Black Lives Matter dopo l’omicidio di George Floyd, con le richieste sempre più pressanti del movimento anti-razzista di abbattere e rimuovere le statue di tutti i personaggi storici considerati “pericolosi-ambigui” sul tema, arriva dall’Università di Oxford l’ultima “commissione” tra anti-razzismo e politicamente corretto: come riporta oggi “La Verità”, il vicedirettore professoressa Louise Richardson ha risposto direttamente a diversi studenti intervenuti per chiedere un commento e un intervento del prestigioso ateneo per le tensioni esplose in tutto il mondo, Regno Unito compreso. «Sono molto preoccupata per il benessere degli studenti neri», scrive la professoressa nella mail inviata agli studenti del college: e da qui parte la proposta che sta già facendo discutere ma che viene accolta dai media liberal inglesi come un «grande passo in avanti contro il razzismo».
LE FOLLLIE DEL POLITICAMENTE CORRETTO
Ma per capire cosa si tratta occorre vedere il contenuto di tale “passo avanti”: sempre grazie all’ottimo lavoro del collega de La Verità Fabrizio Cannone, scopriamo che per la n.2 di Oxford d’ora in poi «gli studenti che credono di essere stati discriminati o che ritengono che le loro prestazioni siano state influenzate dalle valutazioni dell’università di riempire un modulo« e scrivere una mail ad un apposito indirizzo fornito nella lettera inviata a tutti gli studenti. Insomma, da un estremo all’altro: per paura di passare come un’università “razzista”, che “addirittura” mostra davanti all’Oriel College la statura dell’”ambiguo” Cecil Rhodes, gli studenti possono fare istanza ufficiale per ogni qualsivoglia lamento discriminatorio (ma perché prima non v’era questa possibilità?, ndr).
Più posti ai consulenti neri, più spazio agli studenti meritori di origine africana e quant’altro, la lettera è un concentrato di “politicamente corretto” che va ben oltre le stesse richieste del Black Lives Matter: «solo per gli studenti neri viene fornito un indirizzo mail per ciroreere a dei “sostenitori di colore” (“black counsellors”)», riporta La Verità. È tutto vero, la pelle viene prima della persona e si arriva al – questo sì ambiguo – “favore preferenziale” per determinate categorie di studenti. A conclusione della lettera l’ultima proposta “correttissima”: «presto creeremo borse di studio per studenti neri che vogliano completamente identificarsi con la visione Black Lives Matter».