Mesut Ozil gioca nell’Arsenal dal 2013, ma la sua avventura con i Gunners sembra agli sgoccioli: il tedesco di origine turca ha rifiutato il taglio dello stipendio proposto dalla società per la pandemia da Coronavirus, è in scadenza nel 2021 e non sarebbe troppo intenzionato a rinnovare, anche perché la squadra londinese da qualche anno è entrata in una spirale negativa di risultati e da tempo non gioca in Champions League. Il suo agente, Erkut Sogut, ha commentato le voci di un possibile trasferimento al Fenerbahçe dicendo che “a fine contratto avrà 32 anni e qualche anno di carriera ancora davanti”, quasi a spronare qualche pretendente a farsi avanti. Non necessariamente la squadra di Istanbul, della quale nel concreto non ha parlato – nell’intervista rilasciata a BelN Sport – per ragioni di riservatezza; anzi, al netto del fascino di giocare nella terra di origine (erano i nonni ad essere turchi), la sensazione è che Ozil possa aspirare ancora a una big europea.
La Roma, per esempio: ecco, se volessimo dirla tutta affermeremmo che Mesut Ozil sembra proprio disegnato a pennello per giocare con i giallorossi di oggi. Trequartista alle spalle di un attaccante in una linea a tre, a parte ritrovare un ex compagno in Henrik Mkhitaryan e un giocatore che ha più volte sfidato come Edin Dzeko, che dunque ben conosce, il tedesco è un veterano di quelli che nell’epoca recente hanno fatto le fortune della squadra, basti pensare ad Aleksandar Kolarov ma anche allo stesso armeno, il cui arrivo dall’Arsenal potrebbe aprire un canale preferenziale per una nuova trattativa. Un calciatore esperto per far crescere i giovani, uno straordinario talento che il pubblico della curva Sud potrebbe immediatamente adottare anche se poi, eventualmente, Ozil dovrebbe scrollarsi di dosso quella nomea di “indolente” in certe uscite (soprattutto in trasferta) che, si dice, gli avevano impedito di affermarsi davvero nel Real Madrid – dove, pure, ha giocato tre ottime stagioni.
OZIL ALLA ROMA? CALCIOMERCATO, RINFORZO GIUSTO MA…
Nella prossima stagione la Roma avrà bisogno di piedi buoni: Diego Perotti è in uscita e Cengiz Under potrebbe seguirlo, ma soprattutto Ozil potrebbe prendere il posto di Javier Matias Pastore rispetto al quale ha sicuramente caratteristiche diverse, condividendo però la capacità di accendere la luce per se stesso o per gli altri. Ozil fa parte di quella straordinaria generazione che ha portato la nazionale teutonica alla gloria: Horst Hrubesch li ha condotti al titolo continentale Under 21, Joachim Loew li ha trapiantati nella squadra che ha poi vinto il Mondiale. Tra loro anche Sami Khedira, Manuel Neuer, Mats Hummels, Jerome Boateng, e chi ha avuto carriere meno scintillati ma si è comunque fatto notare (da Benedikt Howedes ad Andreas Beck passando per Sandro Wagner, Gonzalo Castro e quel Marko Marin mai definitivamente sbocciato, oggi in Arabia Saudita ma visto – si fa per dire, viste le appena 4 presenze e solo in Europa League – anche a Firenze). In quella finale il trequartista dell’Arsenal aveva giocato largo a sinistra in un 4-1-4-1, che però all’occorrenza poteva diventare 4-2-3-1 portando Khedira al fianco di un Hummels che, all’epoca, giocava davanti alla difesa, e allargando Fabian Johnson.
Anche in quell’Under 21 Ozil era libero di inventare, come poi ha sempre fatto per tutta la carriera; a volte come si diceva con risultati rivedibili, ma spesso e volentieri riuscendo a incantare i suoi tifosi. Nell’Arsenal che sta sviluppando un progetto sempre più incentrato sui giovani il tedesco non è più indispensabile; il cartellino può valere anche meno di 15 milioni con lo stop per il Coronavirus, il reale problema è l’ingaggio che al momento è assolutamente fuori parametro. A meno che ovviamente il calciatore non accetti una forte riduzione, consapevole di come possa essere l’unico modo per rimanere in una squadra competitiva e con un ruolo centrale, divertendosi e facendo divertire per un’altra volta. Questo è da vedere: le cessioni libererebbero sicuramente spazio salariale (vendendo Pastore, Under, Perotti e magari anche Kolarov si arriverebbe a 13 milioni annui) ma non è detto che questo possa bastare, anche perché poi bisognerebbe affrontare il tema sempre spinoso dell’equilibrio nello spogliatoio.