Larga collaborazione per questo 13esimo album solista del cantante e fondatore dei Black Sabbath. È noto come Ozzy si sia circondato di grandi chitarristi nel corso della sua carriera da solista, ma questa volta allarga gli orizzonti; tra i featuring troviamo Zakk Wylde, con cui ha solcato palchi in tutto il mondo, il suo ex storico compagno nei Black Sabbath Tony Iommi, ma anche Mike McCready dei Pearl Jam e Robert Trujillo dei Metallica al Basso. Non solo! Anche Eric Clapton e Jeff Beck compaiono nel disco.  Beck che abbiamo visto tornare sulla cresta dell’onda con Johnny Depp in “18”, in questo nuovo lavoro ci mette del suo. La title track che apre il disco è affidata a lui e sono 7 minuti e 20 secondi di lucida follia psichedelica, con l’intro che riflette il concept del disco proseguendo con riff trascinanti mozzafiato, così come “A Thousand Shades” (track n. 6) in cui l’assolo di chitarra è accompagnato da una sezione d’archi che donano speranza nel pessimismo di cui sono intrisi i testi dell’album; le tracce di Wylde (chitarra e tastiere) sono un concentrato di metal contemporaneo mescolato alla vecchia scuola che persiste grazie a riff pesanti e assoli spaccadita come in “Parasite” (track n. 3),                           “Mr. Darkness” (n. 7) e “Evil Shuffle” (n. 9) .



A proposito di Old School le due tracce affidate a Tony Iommi “No Escape From Now” (n. 4) e “Degradation Rules” (n. 10) ne sono un esempio lampante. Nella quarta traccia Iommi apre il brano con un arpeggio di chitarra acustica che ricorda i Pantera anni 90; “No Escape From Now” è composto da due parti: la prima alterna un riff alla Black Sabbath e una progressione cromatica nel ritornello, con gli assoli di Iommi che conducono alla seconda parte, in cui il riff acquista potenza e la batteria classic rock sembra suggerire un twist zoppicante, l’outro come l’intro riprende il riff acustico sporcato da una leggera distorsione. In “Degradation Rules” in cui Iommi utilizza anche l’armonica a bocca, la citazione del rock classico è evidente.



Dal punto di vista vocale il signore delle tenebre ha un modo tutto suo di cantare, ma con molto impegno e qualche ritocchino con l’autotune il risultato è ottimo. La voce gracchiante di Ozzy dagli anni dei Black Sabbath è il suo marchio di fabbrica e appassiona i metallari di vecchia data e confeziona un disco buono e piacevole. Nel brano Immortal (n. 2) Ozzy afferma: “seppellitemi in giù quanto volete / ma io non morirò mai / perché sono immortale”. Sicuramente per tutti i fan sarà sempre “Il signore delle tenebre”. Ozzy si sta divertendo mentre compone il disco e l’atmosfera di gioco, di scherno, è dovuta al fatto che sta suonando con degli amici e potrebbe apparire un esercizio discografico ma non per questo è da buttare. Anzi questi esperimenti donano vigore e restituiscono dignità a un genere che viene sempre più accantonato dalle radio e dal pubblico più giovane. Guardando al panorama musicale mainstream Metal e Rock di questo periodo, diciamo che non ci si può lamentare.

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