Dopo la telefonata a Macron, il Premier Giuseppe Conte ha sentito in colloquio telefonico nel tardo pomeriggio la Cancelliera tedesca Angela Merkel per triangolare sul fronte Recovery Fund, specie dopo le notizie che giungono dai Paesi del Nord Ue (più Austria): «In Ue ci sono ancora Paesi arroccati sui loro ramoscelli, ma devono capire che l’Europa non può fare a meno dell’Italia. Perché se si spezza il tronco di un albero, cadono anche i rami. E non si salva nessuno. Il nostro unico interesse è difendere il popolo italiano. In questa trattativa dobbiamo ottenere più soldi possibili per aiutare imprese, famiglie e lavoratori. Uniti per ottenere più risorse. L’Italia si farà rispettare», attacca il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio nell’intervista alla Bild riferendosi a Danimarca, Svezia, Olanda e Austria che hanno fatto già sapere di voler bocciare la proposta di Recovery Fund con fondi perduti e rimborsi su debito comune.
Se Gentiloni e Dombrovskis dalla Commissione Europea rilanciano per un piano ancora più ambizioso da almeno 1000 miliardi di Recovery (ma con una non precisata richiesta di “riforme” dietro il prestito, ndr), sono le parole di Kurz da Vienna a raggelare la proposta franco-tedesca: «Crediamo sia possibile rilanciare l’economia europea, evitando debiti dell’Ue. Per questo L’Austria si sta coordinando assieme a Olanda, Danimarca e Svezia per presentare una proposta di Recovery Fund alternativa a quella presentata assieme da Francia e Germania». La battaglia sul coronavirus in Europa è dunque appena cominciata, alla “faccia” del pieno accordo raggiunto nell’ultimo Consiglio Europeo…
CONTE CHIAMA MACRON
Dopo le schermaglie che hanno seguito la proposta di Francia e Germania sul Recovery Fund e dopo le anticipazioni che hanno riportato da Parigi la possibilità che almeno 100 miliardi di quei 500 possano arrivare sottoforma di “fondo perduto” all’Italia, il Premier Giuseppe Conte ha sentito personalmente il leader francese Emmanuel Macron in una telefonata dove sono stati toccati diversi temi sugli aiuti europei anti-coronavirus. I due presidenti – rende noto palazzo Chigi – hanno esaminato le «prospettive del negoziato sul ‘Recovery Fund’ in direzione di un risultato davvero ambizioso e di una risposta economica europea all’altezza della sfida rappresentata dalla crisi da Covid-19».
Il fondo perduto tramite l’emissione di bond comunitari come inteso da Merkel e Macron non piace per niente ad almeno 4 Paesi dell’Eurozona e per questo motivo è in primis il Ministro delle Finanze del Governo Philippe a “frenare” gli entusiasmi commentando «E’ un accordo decisivo, ma occorre cambiare la posizione di altri stati in particolare di Austria, Danimarca, Svezia e Olanda. Sara’ una partita difficile, non bisogna nasconderselo». Secondo Bruno Le Maire, a margine dell’Ecofin di oggi, le possibilità per un accordo comune ci sono ma la strada è tutt’altro che in discesa: nel frattempo come appendice alla proposta franco-tedesca sul Recovery Plan si viene a sapere che tutti i prestiti, che dovrebbero avere una scadenza molto lunga, dovranno essere rimborsati dai 27 stati membri «in proporzione alla propria contribuzione al bilancio comunitario».
NOTA DI PALAZZO CHIGI DOPO LA CONFERENZA MACRON-MERKEL
«Quanto appena dichiarato da Macron e da Merkel rappresenta un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall’inizio auspicata dall’Italia per una risposta comune ambiziosa alla pandemia»: così la nota di Palazzo Chigi a pochi minuti dalla conclusione della videoconferenza tra Germania e Francia in merito al piano di “Recovery Fund” da lanciare nei prossimi mesi a livello europeo. 500 miliardi di euro per Merkel e Macron sono «un contributo decisivo perché l’Europa esca rafforzata e solidale dalla crisi del coronavirus», ha spiegato la Cancelliera, aggiungendo «Germania e Francia sono d’accordo «su un piano temporaneo da 500 miliardi di euro che vengano dalle spese del bilancio dell’Ue, quindi non prestiti, a disposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia».
Di certo una dichiarazione congiunta delle due punte di forza dell’Europa non rappresenta, anche solo a livello di immagine, un punto “in favore” dell’Italia e degli altri Paesi Ue chiamati alla crisi coronavirus tanto quanto Parigi e Berlino: questa però non è una novità del Governo Conte e purtroppo la crisi economica esplosa a Roma non fa che aumentare i dubbi di un futuro prossimo ancora di “subalternità” all’asse franco-tedesco ribadito oggi nella video conferenza da Macron («Non c’è accordo a 27 senza un accordo preliminare tra Francia e Germania. È un lavoro necessario, e lo abbiamo fatto»). La nota di Palazzo Chigi considera comunque un buon punto di partenza quanto affermato da Merkel e Macron: «Una dimensione di 500 miliardi euro di soli trasferimenti è senz’altro un buon punto di partenza, ed è comunque una dotazione di sussidi che si avvicina a quanto richiesto di recente dall’Italia e da altri partner. Da questa somma si può partire per rendere ancora più consistente il Recovery Fund, nel quadro del budget europeo».
CONTE E IL RECOVERY FUND “DIMEZZATO”
Il problema per l’Italia è che le promesse di Gentiloni e Gualtieri ancora dopo l’ultimo Eurogruppo mettevano sul piatto del Recovery Plan (che Von der Leyen presenterà il prossimo 27 maggio da Bruxelles, ndr) una potenza di fuoco da almeno 1000 miliardi di euro mentre oggi – con le tempistiche che ancora sembrano lontane per l’arrivo del piano di condivisione del debito – Merkel e Macron hanno comunque parlato di un progetto “dimezzato” rispetto alle attese italiane. Parigi e Berlino sono ben consci che quello presentato oggi è un piano tutto da comporre e soprattutto da accettare dagli altri 25 Paesi membri, ma è un punto di partenza sul quale la Commissione Ue non potrà non prendere in considerazione, come ammesso dalla stessa VDL poco fa «Accolgo con favore la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania. Riconosce la portata e le dimensioni della sfida economica che l’Europa deve affrontare e giustamente pone l’accento sulla necessità di lavorare su una soluzione con il bilancio europeo al centro. Ciò va nella direzione della proposta su cui sta lavorando la Commissione, che terrà conto anche delle opinioni di tutti gli Stati membri e del Parlamento europeo».
Con un Pil in caduta libera e un Governo spaccato sull’uso del Mes come aiuto concreto contro la crisi Covid-19, il Premier Conte si trova nella “morsa” di un’estate che si avvicina con ben poche note rosee: il piano che “esclude” l’Italia, al di là delle dichiarazioni di rito che parlano di «lavoro congiunto con Merkel e Macron», non rappresenta un’ulteriore iniziazione di fiducia al Governo che si appresta ad entrare anch’esso nella “sua” fase 2.