Allarme sindacati sulla PA, 500 mila uscite nel giro di tre anni. Il ministro Bongiorno ha spiegato che verranno assunti laureati, attraverso un concorso universitario, ed è giunto anche il commento di Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Fpa: «Per creare valore pubblico, la Pa deve innanzitutto investire sulle proprie persone. Deve diventare più giovane, più qualificata, libera di misurare e valutare il personale, capace di premiarlo e motivarlo, agendo sulla cultura dei dipendenti e ripensando i modelli organizzativi. Per fare questo, le amministrazioni devono definire le risorse umane necessarie sulla base di una programmazione dei fabbisogni secondo principi qualitativi e prospettici, non quantitativi o legati all’organico storico. Devono attrarre i migliori talenti e dare possibilità di crescita con una politica di employer branding, un miglioramento dei salari medi e un nuovo approccio di sviluppo del personale». Questo il commento di Gianni Dominici, Direttore Generale di Fpa: «Va anche rivisto il sistema di entrata e modificato il sistema attuale di valutazione delle performance, a cominciare dalla fissazione degli obiettivi, divenuti mero adempimento. Ma soprattutto, serve la partecipazione attiva degli impiegati pubblici attraverso azioni di empowerment e di engagement perché possano sentirsi partecipi dello sforzo e del raggiungimento dei risultati», riporta Rai News. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



500 MILA USCITE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Nei prossimi tre anni ben cinquecentomila dipendenti della Pa, lasceranno il proprio posto di lavoro perché andranno in pensione: chi per anzianità, chi per via di “opzione donna”, chi infine grazie alla pensione anticipata e a “quota 100”. Peccato però che nel contempo i rinnovi dei contratti vadano a rilento e di conseguenza si rischia di creare un’enorme voragine di personale in particolare nel settore della sanità pubblica e della scuola. Levata di scudi da parte dei sindacati, come spiegato da Maurizio Petriccioli, segretario generale della Fp Cisl, che attraverso l’edizione online di Repubblica denuncia: «Il ministro parla di rinnovi contrattuali (il riferimento è al ministro per la pubblica amministrazione, Bongiorno ndr) ma le poste di bilancio sono insufficienti per pervenire ad un rinnovo neppure vicino a quello dell’ultimo triennio. Chiediamo al ministro di aprire subito un confronto serio con le organizzazioni sindacali e di dare risposte alle lavoratrici, ai lavoratori che già operano negli enti, così come di sbloccare subito i percorsi concorsuali per far fronte alle centinaia di migliaia di uscite che ci saranno nel 2019 e nel 2020».



PA, 500MILA IN USCITA: ALLARME SINDACATI

Secondo Petriccioli gli statali sono al collasso, e ciò sarebbe ovviamente un enorme danno per tutto il paese. Sembra pensarla però diversamente la ministra Bongiorno, che parlando ieri dal Forum Pa, ha sottolineato come le uscite degli statali saranno 250mila e non 500mila come preventivamente indicato, quindi la metà. Inoltre, la stessa Bongiorno ha annunciato un nuovo percorso di scuola-lavoro che permetterà ad uno studente universitario di accedere direttamente ad un concorso per la pa al termine del suo percorso di studi: «Non è possibile che si entri nella pubblica amministrazione solo a 35 anni, si deve entrare prima – la denuncia della ministra in quota Lega – quando dico che nella legge di Bilancio ci sono risorse, dò già delle risposte. Stiamo parlando di un piano concreto e fare ricambio generazionale».

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