Merito e premi nella Pubblica amministrazione non funzionano: è un sistema inefficace per la Corte dei conti, la cui delibera mette nero su bianco la bocciatura al Sistema di misurazione e valutazione delle prestazioni degli statali, previsto dal decreto legge del 2009 su cui è poi intervenuta la riforma Madia. Dal controllo effettuato dai magistrati contabili sui premi agli statali nel triennio che va dal 2020 al 2022 è emersa una “diffusa indicazione di obiettivi particolarmente bassi e autoreferenziali, oltre alla scelta di indicatori di performance poco sfidanti“.



Oltre a riscontrare un “appiattimento verso l’alto delle valutazioni del personale“, la Corte dei conti ritiene che vengano attribuiti premi agli statalisenza adeguati presupposti meritocratici“. Inoltre, il sistema in questione è ritenuto non adatto a definire in modo uniforme e appropriato la qualità delle performance degli statali. La Corte dei conti ha poi concluso che la mancanza di parametri davvero omogenei in fase di attuazione di tale sistema rappresenta un rischio di allontanamento dagli obiettivi che hanno ispirato la norma.



PREMI AGLI STATALI, LE CORREZIONI SUGGERITE DALLA CORTE DEI CONTI

I premi sono arrivati per tutti, o quasi, sia per i lavoratori scrupolosi che per quelli che lo sono stati meno, del resto i dirigenti di prima fascia premiati sono gli stessi che avevano fissato gli obiettivi, lasciandoli bassi e prudenti, favorendo anche i colleghi di Seconda fascia e i funzionari. Come evidenziato dal Messaggero, che fa l’esempio degli studenti, è come se questi costruiscano da soli la prova di maturità: chiaramente punterebbero su un esame semplificato e alla propria portata per arrivare al voto più alto.

Per la Corte dei conti servono dei meccanismi di premi efficaci per promuovere davvero una buona amministrazione e l’efficacia degli stessi va verificata tramite degli obiettivi che possono essere monitorati, anche coinvolgendo gli utenti esterni nel processo di valutazione. Ma una valutazione non può essere adeguata se non prevede parametri uniformi, se non c’è una valutazione completa delle prestazioni dei dipendenti pubblici, anche a livello dirigenziale, delle varie amministrazioni. La Corte dei conti ritiene decisiva anche la valutazione da parte di soggetti terzi e qualificati, come dovrebbero essere gli Organismi Indipendenti di Valutazione, e delle stesse Amministrazioni centrali, che devono individuare di obiettivi in grado di valorizzare il merito.