La Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) è un’istituzione di selezione, reclutamento e formazione professionale dei dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione (PA) la quale dipende funzionalmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM). È recente l’iniziativa svolta dalla SNA nel campo della cyber sicurezza della PA, rivolta ai vertici delle amministrazioni pubbliche centrali: PCM, Ministeri, Inps, Inail, Istat, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Organi costituzionali.
Tale attività formativa si è concretizzata nella summer school, svoltasi dal 12 al 14 luglio 2022 a Roma, d’intesa con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN). Riguardo a tali attività formative, è stato intervistato il Professor Remo Morzenti Pellegrini, Vice presidente della SNA. Questa è l’ultima di una serie di interviste che trattano differenti aspetti correlati alla cybersicurezza, disinformazione e intelligence. Qui la settima, l’ottava, la nona e la decima puntata.
Professore, la missione istituzionale della SNA è quella di “creare eccellenza, cercare l’eccellenza”, la quale viene declinata nell’eccellenza delle conoscenze, delle competenze e delle performance. Quali sono i punti di forza del modello formativo della SNA?
Senza dubbio l’attenzione all’eccellenza delle conoscenze, delle competenze e delle performance, come già da lei anticipato. Ci tengo a precisare che non si tratta di un semplice slogan, ma è la mission della Scuola in quanto Hub di formazione della PA, uno status favorito da intensi legami con i territori, con le Università e anche con lo stesso mondo delle imprese.
Una sorta di contaminazione tra pubblico e privato?
Questo tipo di “contaminazione”, se così la si vuol definire, è ciò che permette a SNA di formare dirigenti e funzionari con uno sguardo attento alle future generazioni e al mondo delle imprese. Ne è un esempio l’VIII Corso-Concorso il cui obiettivo è formare i futuri dirigenti pubblici all’insegna dell’eccellenza, ma promuovendo allo stesso tempo una formazione anche dal taglio pratico attraverso l’attivazione di collaborazioni con grandi imprese pubbliche e amministrazioni.
Per quanto riguarda invece la ricerca e l’ambito delle relazioni internazionali?
Un altro punto di forza è senza dubbio l’intensa attività internazionale e la ricerca. Il confronto con le altre Scuole di pubblica amministrazione presenti nel mondo, a riguardo, è fondamentale al fine di promuovere e diffondere pratiche di buon governo e sviluppare attività di formazione aggiornate.
In SNA crediamo che la possibilità di attingere a diverse realtà permetta di pianificare un’offerta formativa finalizzata all’arricchimento del bagaglio professionale di ogni partecipante.
Quanti dirigenti e funzionari della PA avete sin qui formato?
Nel corso degli anni, la SNA ha formato più di 29.000 partecipanti, tra dirigenti e funzionari.
Quali sono state le tematiche prevalenti?
In base alle esigenze della propria amministrazione, ogni partecipante ha potuto vagliare una rosa di 200 corsi, ognuno dei quali è riconducibile a sei Dipartimenti, specchio della nostra offerta formativa: 1) Management e Risorse umane; 2) Regole e funzionamento delle pubbliche amministrazioni; 3) Politiche pubbliche e governance; 4) Relazioni internazionali ed europee; 5) Transizioni digitale ed ecologica; 6) Economia e tributi.
Quanto è diffusa tra i vertici, dirigenti e funzionari della PA la cultura dell’intelligence e in special modo quella relativa all’intelligence economica, sul modello della scuola francese dell’École de guerre économique (EGE) di Christian Harbulot?
La necessità di adeguare in chiave competitiva l’organizzazione di uno Stato moderno impone, sempre di più, una stretta cooperazione tra il settore pubblico e quello privato. L’attuazione di tali modelli si basa su una forte condivisione di informazioni e di modelli di analisi, che richiedono la costante raccolta di dati attendibili e significativi. In tal senso vanno strategicamente attivati modelli di cooperazione basati su sistemi informativi adeguati che siano in grado di supportare un processo di così rilevante complessità. La transizione digitale per la sua pervasività non può trascurare lo sviluppo di competenze in un settore così rilevante.
Avete sinora svolto attività formativa inerente la dis/mis-informazione?
Certo. Questo tema è ben approfondito, in particolare, nei corsi erogati per la carriera diplomatica e nel corso “Comunicazione pubblica e social-network” appartenente all’Area “Comunicazione Pubblica”, in cui sono presenti moduli specifici che riguardano anche fake news e disinformazione.
Assicurare una transizione digitale cyber resiliente della PA e del tessuto produttivo nazionale è uno degli obiettivi precipui della SNA?
La SNA ha già inserito in modo organico le tematiche della trasformazione digitale tra quelle dei corsi per la formazione di dirigenti e più in generale nell’offerta del catalogo dei corsi attivabili. In tal senso, la qualificazione dell’offerta formativa dai livelli più strategici a quelli più tecnici sarà ulteriormente arricchita nella prossima offerta formativa.
Quali sono state finora le iniziative specifiche della SNA riguardo la cyber security?
Tale tematica, declinata anche con riferimento a scenari concreti, ha riscontrato un significativo interesse dei partecipanti all’ottava edizione del Corso Concorso per dirigenti della PA. Le attività fanno seguito anche a una scuola estiva tenuta dalla SNA su tematiche connesse alla cyber security. La sicurezza non è una tematica accessoria dello sviluppo e, in questo contesto, la SNA con la recente attivazione del Dipartimento della Transizione digitale ed ecologica, mira a fornire un quadro organico di interventi anche attraverso una collaborazione strutturale già attivata con l’Agenzia per l’Italia Digitale e con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
Tra le attività istituzionali della SNA vi è anche quella di promuovere campagne di sensibilizzazione e diffusione (cyber awareness) di tutti i dipendenti pubblici oltre a quella rivolta ai vertici della PA?
La SNA ha come finalità istituzionali la formazione dei dipendenti pubblici, siano essi funzionari o dirigenti, e la sicurezza è una tematica che coinvolge l’intero sistema organizzativo per cui risulta necessario sviluppare un piano di formazione continua che in modo integrato garantisca una crescita organica di tutto il personale della PA. Tale piano organico vede la SNA impegnata anche attraverso la promozione di attività svolte in collaborazione con l’ACN.
Nella sua passata veste di Rettore dell’Università di Bergamo, quale ruolo può giocare la formazione iniziale, da parte di scuole e università, nello sviluppo di una cyber igiene diffusa in tutto il corpo sociale?
Gli Atenei hanno da sempre un ruolo fondamentale nella formazione iniziale del tessuto sociale. Attraverso un’intensa attività di collaborazione tra di essi e le forze di polizia territoriali, come già avvenuto in passato grazie all’interessamento di alcuni docenti della mia Università, si potrebbero attivare dei percorsi formativi finalizzati alla creazione di consapevolezza in campo cyber e promuovere eventi divulgativi orientati verso una corretta “cyber igiene”.
(Achille Pierre Paliotta)
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