Secondo il terzo panel di periti internazionali chiamati ad indagare sulla causa della morte di Pablo Neruda, il poeta sarebbe stato avvelenato. Si tratta di una scoperta piuttosto importante, arrivata 50 anni esatti dopo la sua morte, e a 10 da quando fu riesumato il suo cadavere, perché cambierebbe leggermente la storia e gli esiti che scaturirono dal suo decesso. Senatore del Cile all’epoca della sua morte, ambasciatore cileno a Parigi, nonché Premio Nobel per la letteratura nel 1971, sosteneva il governo di Salvador Allende contro la minaccia di quello che divenne, in qualche anno, un dittatore, ovvero Alberto Pinochet. E la famiglia di Pablo Neruda crede proprio che la morte del poeta c’entri direttamente con il dittatore.



Pablo Neruda: avvelenato con il Botulino

Insomma, Pablo Neruda non sarebbe morto naturalmente, ma c’entrerebbe un particolare veleno, il Clostridium botilinum, diventato famoso negli anni come il Botulino usato per i ritocchini estetici. Non è una novità che quella tossina sia presente nel corpo del Premio Nobel e se ne parlò già attorno al 2017, in occasione di un precedente panel. Quella volta, però, si pensò che il botulino fosse entrato a contatto con il corpo del poeta già dopo la sua morte e sepoltura, supponendo una contaminazione nelle terre dell’Isla Negra in cui riposa.



Il veleno, ora, si suppone che potrebbe essere stato iniettato a Pablo Neruda per frenare quello che era un rischio per il governo golpista di Pinochet. Il poeta, infatti, morì appena 12 giorni dopo Salvador Allende, in quello che venne definito il più buio giorno per la democrazia cilena. Il poeta da tempo era malato, venne ricoverato e, in ospedale, spirò per quella che si suppose essere una complicazione del cancro che lo affliggeva da anni. Tuttavia, né l’autista di Pablo Neruda, Manuel Araya, né il partito comunista cileno, né la famiglia del poeta, avevano mai creduto alla casualità. Il Premio Nobel, infatti, in quanto unico erede di Allende, poco dopo la sua morte sarebbe dovuto partire in esilio, per formare all’estero un governo cileno indipendente. E d’altronde non stupirebbe la decisione di Pinochet, il cui governo autoritario divenne famoso anche per le violente repressioni ai dissidenti.

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