Pablo Trincia e il suo “Veleno”, podcast più celebre d’Italia trasformatosi dapprima in un libro e poi in una docu-serie targata Amazon Prime Video e costituita da cinque puntate, fanno ancora parlare di loro. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Leggo”, Trincia torna sulla vicenda de I Diavoli della Bassa Modenese, riferita a una serie di segnalazioni di assistenti sociali circa presunti casi di pedofilia e satanismo che hanno condotto al definitivo allontanamento di 16 bambini dalle proprie famiglie. Trincia, mediante un’inchiesta giornalistica, ha messo in dubbio la veridicità delle motivazioni alla base degli allontanamenti.
“Questa è una storia in cui saltano tutti gli schemi – ha asserito –. Figli che accusano i genitori, gente ultra-cattolica accusata di essere satanista. Vengono messi in discussione anche quei legami familiari che siamo abituati a vivere come intoccabili come è il rapporto con i figli. Ma anche perché una storia come questa incarna una nostra paura: ‘E se succedesse anche a me?’. Non ho dormito per due anni. Non mi facevo vedere dai miei figli in doccia. Dopo aver ascoltato una storia così, la paura ti entra dentro”.
TRINCIA: “DARIO, IL BAMBINO ZERO, È MIO AMICO”
Pablo Trincia, nell’ambito della sua chiacchierata con i colleghi di “Leggo”, ha rivelato che nella docu-serie ha perso il controllo della narrazione, affinché questa vicenda potesse essere raccontata anche da altri, sottolineando poi come fosse preparato al risentimento delle famiglie affidatarie e di alcuni ragazzi coinvolti nei suoi confronti: “Era una cosa mi aspettavo. Ci siamo posti il dilemma morale sul raccontare questa storia che riapriva ferite vecchie di anni. Avevamo chiesto di parlare con questi ragazzi, loro hanno scelto di non farlo”. C’è anche chi lo accusa di averli cancellati del tutto, ma Trincia spiega di essersi recato sotto casa loro a cercarli e di avere registrato un secco rifiuto di fronte alla possibilità di parlare. Infine, nella serie la mamma di Dario gli rimprovera la definizione di “bambino zero”. “Dario è un mio amico, ci vediamo e sentiamo spesso. Quello che ha raccontato a ‘La Repubblica’ conferma che dietro le dichiarazioni di questi bimbi ci fossero pressioni enormi da parte degli psicologi. Ma è anche l’ennesimo collegamento con il caso di Bibbiano”.