PACE FISCALE, LA PROPOSTA DEL VICEMINISTRO GIUSTIZIA SISTO (FI)
Il tempo scorre e per l’approvazione della Manovra di Bilancio 2023 lo spazio di azione è sempre più risicato: non mancano le discussioni e le tensioni interne alle Commissioni, specie dopo l’annuncio ieri del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) in merito a potenziali novità in extremis sulla pace fiscaleridurre i reati formali sul fronte fiscale: «Ciò su cui stiamo lavorando è la possibilità che, adempiere integralmente all’obbligazione fiscale, con una sanzione aggiuntiva, possa legittimare una sorta di causa estintiva per condotta riparatoria per reati meramente formali, non certo in caso di frodi». Le parole di Sisto a margine del convegno di Confprofessioni rimettono al centro della discussione in Manovra il tema caldeggiato anche dalla Lega della pace fiscale.
Lo stesso viceministro ha poi spiegato sempre all’ANSA «Anche se i tempi sono stretti, i ministeri stanno lavorando di concerto in queste ore per valutare se accompagnare alla pace fiscale queste disposizioni». L’abolizione di reati formali all’interno della pacificazione fiscale non prevede reati come le false fatturazioni o l’utilizzazione di fatture inesistenti: si valuta però di considerare nel provvedimento in Manovra di reati come l’omessa dichiarazione o anche la dichiarazione infedele. Il tutto verrebbe “pacificato” pagando una sanzione e senza che vi sia la possibilità di includere le frodi.
GOVERNO ‘FRENA’ SU PROPOSTA SISTO SULLA PACE FISCALE: IRA PD E M5S
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni (Lega) prova a gettare acqua sul fuoco dopo le proposte di Sisto sulla pace fiscale a pochi giorni dalla votazione sulla Manovra e sui vari emendamenti: «invito a discutere la commissione sui testi depositati piuttosto che delle dichiarazioni. Se e quando dovessero esserci emendamenti, il governo sarà lieto di discuterne». Ma dalle opposizioni l’ira è diretta contro il Governo, a cominciare dal membro della commissione alla Camera in quota Pd, Ubaldo Pagano: «Sisto è un viceministro e se quello che dice vale zero allora valgono zero anche gli accordi fatti finora in commissione». Lo strappo è evidente in seno alla Commissione Bilancio della Camera, dove già il dialogo tra maggioranza e opposizioni è reso difficile dalla tempistica stringente dell’approvazione con un “maxi emendamento” (ipotesi sempre più probabile). Pos a 30 euro come soglia minima, revisione del Reddito di Cittadinanza (con taglio dopo 7 mesi del 2023 invece che 8) e poi ancora Superbonus 110% fino al 31 gennaio e rialzo delle pensioni minime: questi gli altri elementi di differenza presentati dal Governo rispetto al testo base giunto in Commissione.
Ma è sul fronte della pace fiscale che si assiste in queste ultime ore alla forte tensione tra Governo Meloni e opposizioni: «Un viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto, che fuori dalla commissione Bilancio dice che il governo lavora a un colpo di spugna sui reati tributari; un sottosegretario, Federico Freni, che nella stessa commissione derubrica quelle dichiarazioni a semplici agenzie di stampa senza valore. C’è da restare semplicemente allibiti. Il governo chiarisca immediatamente cosa sta cercando di annacquare all’interno della Legge di bilancio», attaccano i componenti M5s della commissione Bilancio a Montecitorio, aggiungendo «Dopo la mostruosità della norma sull’aumento del tetto al contante, per giunta nel momento del Qatargate, sembra aggiungersi un altro, esiziale capitolo. Per noi è semplicemente inaccettabile ogni colpo di spugna su ipotesi di false fatturazioni, fatture inesistenti, omessa dichiarazione o dichiarazione infedele. In commissione Bilancio stiamo assistendo a una prosecuzione lavori a dir poco lunare, con esponenti del governo che minimizzano dichiarazioni ufficiali dei loro stessi colleghi. Siamo alla farsa».