Yuval Noah Harari, saggista, storico e filosofo israeliano, ha riflettuto sulla guerra tra Hamas e Israele sulle pagine dalla Stampa, esponendo la sua idea sul percorso per giungere ad un accordo di pace, ma anche analizzando le ragioni che hanno portato a questa terribile escalation. Racconta, per esempio, che “Israele ha appena visto il giorno peggiore della sua esistenza. In 24 ore sono stati massacrati più civili di tutti i civili e i soldati morti nella Guerra del Sinai del 1956, nella Guerra dei Sei giorni del 1967 e nella Seconda guerra del Libano insieme”.



Sulla guerra tra Israele e Hamas, però, ci tiene anche a sottolineare che “anche i palestinesi stanno per affrontare un pericolo enorme”, soprattutto se Netanyahu decidesse veramente di guidare un intervento da terra nella striscia di Gaza, ma dal conto suo può parlare soprattutto di come si sentono gli israeliani. Parlando degli antefatti del conflitto, Harari sottolinea che “durante il Processo di paca di Oslo degli anni ’90 Tel Aviv dette una possibilità alla Pace“, guadagnando, però, “la peggiore campagna terroristica mai vissuta”. Così, per frenare l’ipotesi di una guerra tra Israele e Hamas, Tel Aviv “sperimentò il disimpegno”, con il solo esito di ottenere la militarizzazione completa di Gaza da parte dei terroristi.



Harari: “Una coalizione Usa, Ue e Arabia per la pace in Israele”

Insomma, nonostante i tanti tentativi israeliani e internazionali di riportare la pace, la guerra tra Israele e Hamas è diventata, ora, una realtà concreta e che sta causando una generale situazione piuttosto tragica. Attualmente, i piani israeliani, spiega Harari, vertono soprattutto su due possibili direzioni “la riconquista della striscia di Gaza o la sua distruzione”, politiche che causerebbero “la peggiore crisi umanitaria mai vissuta nella regione dal 1948″ e che si aggraverebbe ulteriormente “se Hezbollah e le forze palestinesi della Cisgiordania dessero manforte ad Hamas”.



Andando, infine, nel vivo del suo ragionamento sulla guerra tra Hamas e Israele, Harari analizza come si potrebbe arrivare, ora, ad una pace duratura. “Per impedire che il conflitto degeneri“, spiega, “è indispensabile che intervengano forze esterne. Tutti coloro che auspicano una pace devono condannare Hamas e contribuire a dissuadere Hezbollah e l’Iran dall’intervenire“. Poi, ritiene lo storico, “una coalizione di volenterosi che riunisca Usa, Ue, Arabia Saudita e Autorità Palestinesi dovrebbe prendere da Hamas il controllo di Gaza, ricostruirla e al tempo stesso disarmare completamente Hamas e demilitarizzare la Striscia”.