Tornano a riaccendersi i riflettori sulla storia del piccolo Giacomo, morto ad appena 2 anni all’inizio del 2019 per via di presunti errori medici. Giacomo, come rammenta il quotidiano La Repubblica, aveva poche ore di vita quando nel settembre del 2016 finì in sala operatoria. Da quel momento iniziò un vero e proprio calvario ed una serie di presunti errori sanitari che lo portarono alla morte. Per quel prematuro decesso risultano oggi indagati otto medici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Ma cosa è davvero accaduto? Martedì prossimo nel corso dell’udienza in programma il giudice affiderà una perizia per stabilire cosa accaduto realmente e se ci sono state delle reali responsabilità penali nei confronti dei medici, come ipotizzato dal pm Daniela Cento. La triste vicenda inizia a Taormina dove Giacomo venne alla luce con un problema al cuore. Prontamente operato nel centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell’Ospedale Bambino Gesù al San Vincenzo, secondo le accuse del pm i tre medici commisero un gravissimo errore, impiantandogli un pacemaker al contrario, ovvero rivolto verso il basso.
Questo avrebbe provocato al bimbo una sorta di cappio che gli avrebbe strozzato l’arteria polmonare provocando nel piccolo “un’insufficienza acuta cardiocircolatoria”. Dell’errore la famiglia del bambino ne resta ignara ma crescendo le condizioni del piccolo peggiorano sempre di più.
PACEMAKER AL CONTRARIO? BIMBO MORTO A 2 ANNI, MEDICI INDAGATI
E’ l’aprile del 2018 quando il piccolo Giacomo fa ritorno al Bambino Gesù ma visitato dai due cardiologi non viene compresa la gravità della situazione, ritardando gli esami. La tac slitta al dicembre successivo ma anche in quella circostanza i medici non ravvisano alcuna urgenza tale da procedere con un intervento. A causa di una infezione l’operazione slitta ulteriormente. Poco prima di Natale, dopo l’ennesima visita, i medici sottovalutano ancora una volta la gravità al punto da rimandare a casa il bimbo nonostante il parere contrario della madre. L’ultimo dell’anno le condizioni di Giacomo sono gravissime e viene trasportato d’urgenza in aereo a Roma dove sarà operato solo il giorno seguente. Per l’accusa, i due medici che lo operano non solo lo fanno “in macroscopico ritardo”, ma sbagliano la procedura. Il primo gennaio 2019 purtroppo Giacomo muore. Per il pm i medici hanno operato con “negligenza, imprudenza e imperizia” concorrendo “a cagionare la morte del bimbo”.
Ricostruzione smentita dall’ospedale che la definisce “lontana dalla realtà”: “Non esiste nessun pacemaker “messo al contrario”. L’affermazione non ha alcun senso dal punto di vista clinico e non trova riscontro negli accertamenti finora effettuati finanche dai consulenti della famiglia. Vi è stata invece una complicanza prevista in letteratura che si registra in pochissimi casi e risolvibile chirurgicamente. L’intervento era stato già programmato. Ma il bambino purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale. L’ospedale è vicino alla famiglia e fiducioso del lavoro della magistratura”, ha replicato il Bambino Gesù.