Un operaio della provincia di Padova non ha retto il peso del licenziamento, decidendo per un gesto estremo. Si è così recato sull’argine del fiume Gorzone, a Sant’Urbano, e si è impiccato, ancora con il foglietto in mano che gli comunicava la fine del rapporto lavorativo. La vicenda è riportata quest’oggi dal Corriere Veneto, che sottolinea come la tragedia sia avvenuta questa settimana, precisamente nella giornata di ieri, mercoledì 22 gennaio. La vittima, Simone Sinigaglia, era originaria di Cinto Eugenaoe, nella provincia di Padova. Il quarantenne fino a poche ore fa era un dipendente della Ivg Colbachini Spa di Cervarese Santa Croce, ma l’azienda ha deciso di sollevarlo dal suo incarico, accusato dai vertici della stessa di abusare della legge 104. L’operaio accudiva un’anziana zia dopo che la mamma era morta, ma secondo la direzione della ditta, lo stesso avrebbe usufruito del permesso di legge in maniera illegittima.



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E così mercoledì, invece di terminare il turno di lavoro alle ore 22:00, è stato cacciato dall’azienda alle 14:00, come scrive il Corriere Veneto. Un’umiliazione troppo grande per Sinigaglia, che non ha retto il peso di quanto accadutogli, e invece di tornare a casa sua, ha girato per circa un’ora, fermandosi poi nei pressi del fiume Gorzone a Sant’Urbano. Qui ha legato una corda ad un albero robusto e si è impiccato. A trovarlo, alcuni passanti che hanno avvertito immediatamente i carabinieri, che a loro volta hanno trovato nell’auto dell’uomo un biglietto con scritto: «Vi chiedo scusa per quello che ho fatto». Sconvolti famigliari e amici, che parlano di Simone come di una «persona molto solare e sempre allegra. Era appassionato di carpe, quando poteva andava lungo i corsi d’acqua o nei laghetti per pescarle». Senza parole anche i sindacati: «Da quello che abbiamo appreso in serata – le parole al Corriere Veneto di Luca Rainato, segretario Filctem Cgil di Padova – Sembra che le motivazioni del licenziamento fossero molto deboli. Si tratterebbe quindi di un provvedimento esagerato e troppo severo ma faremo le opportune verifiche e, nel caso, siamo pronti ad agire, con lo sciopero o per vie legali». Nessun commento invece da parte dell’azienda, che si è chiusa nel silenzio.

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