Padre Paolo Benanti è diventato il frate più celebre d’Italia, perché è presidente della commissione voluta dal governo per studiare l’intelligenza artificiale, di cui ha recentemente parlato con la premier Giorgia Meloni e Bill Gates, fondatore di Microsoft. Oltre ad essere un francescano del Terzo Ordine regolare, Benanti si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. Insegna a Roma e a Seattle, è consulente delle Nazioni Unite. A proposito dell’incontro con Gates, assicura che non si è stupito di ritrovarsi anche un frate («Ma no, gli americani vedono di tutto, non si impressionano certo con un frate») e smentisce che l’incontro sia stato freddo: «Ma no, è vero che non ha voluto foto, ma lui è fatto così. Che poi lui viene come rappresentante della Fondazione Gates, non come capo di Microsoft, non ne è più a capo da anni». Ne parla al Foglio, in un’intervista in cui scherza anche sull’invito di Gates a Seattle, visto che non sapeva che ci va perché insegna anche lì. Solleticato su Elon Musk, che ha un figlio nato con la maternità surrogata, replica: «E che non è figlio di Dio questo bambino pure se è nato surrogato?».



Inoltre, padre Paolo Benanti smentisce di essere un attivista contro la dittatura gender: «Ma io sono attivista digitale veramente, non so dove abbiano trovato quella cosa. Io mi occupo di etica della tecnologia, in quello sì sono un attivista. Penso che il vero sostantivo sia la persona. La persona sta al centro. Può esserci accanto qualunque aggettivo: francescano, omosessuale, non cambia il sostantivo. Non c’è niente che l’uomo possa fare perché perda la dignità». A proposito delle benedizioni delle coppie gay, padre Benanti si limita a dire che Papa Francesco «accoglie tutti perché siamo tutti persone».



I RISCHI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LE FASI DEI SOCIAL

Uno dei rischi legati all’intelligenza artificiale è l’uso del deepfake. Padre Paolo Benanti ne è ben consapevole: «Già in America si stanno verificando finte telefonate che ti arrivano a casa con la voce registrata di Biden che invita a non andare a votare. È molto pericoloso, e coniuga una tecnologia molto vecchia come il robocall, la chiamata registrata, con l’intelligenza artificiale». Nell’intervista al Foglio preferisce smarcarsi dalle collocazioni politiche («io non sono né di destra né di sinistra») per soffermarsi invece sui social, che stanno distruggendo l’umanità: «Su questo sto scrivendo il prossimo libro». Secondo padre Benanti, i social sono stati caratterizzati da due grandi stagioni: dall’invenzione che li ha resi «veicolo di libertà» alla monetizzazione, decennio terminato con l’assalto a Capitol Hill. I prossimi dieci anni «probabilmente saranno quelli della governizzazione, con l’ingresso dello Stato e la regolamentazione».



Non a caso Papa Francesco ci tiene molto a studiare gli effetti delle nuove tecnologie, «soprattutto sui più deboli». Riguardo la commissione Intelligenza artificiale, padre Paolo Benanti racconta che ci sono state tante audizioni. «È una specie di comitato scientifico. Abbiamo ascoltato aziende, l’Ordine dei giornalisti, la Federazione della stampa, e poi Microsoft, Amazon. La commissione dipende dal dipartimento dell’Editoria di palazzo Chigi». Nell’intervista c’è spazio anche per parlare della sua vocazione, quando era all’ultimo anno di ingegneria alla Sapienza: «Ero fidanzato con una ragazza e lei mi voleva un po’ più cattolico, e diciamo che l’ho presa in parola. Siamo andati a uno di questi incontri per giovani, e ho trovato quello che stavo cercando. Anche uno stile di vita che potesse garantirmi di seguire quello che mi interessava».