Padre Douglas Guevara Ávila è il secondo sacerdote costretto a lasciare il Nicaragua dopo le minacce ricevute da parte dei fedelissimi del presidente Daniel Ortega. Per quasi un anno, padre Douglas è stato il parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione a León, l’antica capitale, una delle zone più povere del Paese. Secondo le testimonianze, il prete era oggetto di continui attacchi da parte della polizia e delle “turbas”, i paramilitari del governo. Un esponente della comunità, che ha chiesto l’anonimato, ha raccontato: “Padre Douglas faceva molte attività per le persone più vulnerabili. E difendeva i giovani dalla repressione. Per questo, era sotto assedio”.
Anche la parrocchia ha voluto far sentire la propria vicinanza a Padre Douglas Guevara Ávila: “Grazie per il duro lavoro pastorale, per l’amore, lo sforzo e la costanza che ci ha dedicato nonostante gli ostacoli”, si legge nel messaggio. Il sacerdote, dopo aver lasciato il Nicaragua, non si sa dove sia stato nascosto. Stessa sorte, solo pochi giorni prima, per lo spagnolo padre Jesús María Palma della parrocchia di San Isidro Labrador a Jinotega.
Preti in Nicaragua, oltre 80 costretti a fuggire
La storia di Padre Douglas Guevara Ávila non è l’unica di questo genere: a giugno altri due sacerdoti avevano lasciato la diocesi di Bluefields per timore di essere arrestati. Al momento cinque preti sono in cella e altri due sono agli arresti domiciliari. L’ultimo arrestato è stato padre Fernando Zamora Silva della diocesi di Siuna, che è stato fermato il 9 luglio scorso al rientro dalla messa. I dati della ricercatrice Martha Patricia Molina parlano di oltre 80 presbiteri, religiosi e religiose costretti a fuggire negli ultimi cinque anni a causa della persecuzione di Ortega.
Sempre nello stesso periodo, sono stati registrati almeno 529 attacchi alla Chiesa. Basti pensare che 90 di questi sono avvenuti da gennaio a oggi: uno ogni due giorni. Sono oltre 150 i dissidenti finiti nel mirino di Ortega: ieri hanno diffuso ieri una lettera pubblica, in vista del vertice Ue-America Latina in programma lunedì e martedì a Bruxelles. La richiesta ai governi europei e latinoamericani di ogni colore politico è quella “di creare un “Gruppo di amici del popolo nicaraguense” per contribuire a una transizione democratica”. A firmare la richiesta, oltre trenta organizzazioni per i diritti umani.