Padre e figlio, morti a ventuno anni di distanza. I volti sono quasi uguali, il cognome è lo stesso: il padre si chiamava Semyon Alksandrovich Tutrinov, il figlio Aleksandr Semyonovich. E in comune non hanno solo quei tratti somatici, come tanti padri e figli, ma anche l’età in cui sono morti: 21 anni. Il primo è deceduto in Cecenia, ucciso nel 2002, a vent’anni. Il secondo, invece, è morto a 21 in Ucraina, come racconta Specchio. Semyon non ha mai conosciuto Aleksandr, suo figlio: ora, però, si trovano entrambi in due lapidi vicine, affisse sul muro della scuola dove entrambi hanno studiato, nel villaggio Kuratovo della Repubblica autonoma di Komi, nel Nord della Russia. Lì, dove la guerra sembra l’unica chance per uscire dal degrado.
La storia dei Tutrinov sembra un simbolo della Russia, quella Russia dove per Putin, se si può morire in auto o bevendo vodka, tanto vale morire in guerra. Così da lasciare alle proprie famiglie un risarcimento. L’aspettativa di vita dei maschi russi, cresciuta negli ultimi anni grazie all’incremento della qualità della vita, sta precipitando nuovamente dopo l’invasione in Ucraina.
Diminuisce il numero di poveri
Come rivela Specchio, se l’aspettativa di vita maschile è scesa vertiginosamente in Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, un altro dato sembra però rallegrare il Cremlino. È la percentuale dei poveri nel territorio russo, cioè quelli con un reddito mensile inferiore a 190 euro: è scesa sotto il 10% della popolazione per la prima volta dal 1992. Il merito, però, è anche della guerra e non soltanto dell’aumento dei salari e dei risarcimenti per i soldati reclutati o uccisi. I “più poveri” stanno infatti diventando meno numerosi anche se la povertà aumenta, come spiegato dall’economista Evgeny Gontmakher all’agenzia Bloomberg.
Infatti i benestanti e le persone della classe media stanno emigrando o stanno perdendo i propri redditi in un’economia devastata dalla guerra. Allo stesso tempo la quota del ceto medio è scesa sotto il 10% della popolazione. I poveri, invece, si “arricchiscono” grazie alla guerra o muoiono, riducendo la percentuale di chi ha un reddito basso nel paese. Una triste verità.