«Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un’aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere», lo ribadiscono gli avvocati del giovane americano arrestato e reo confesso con l’accusa di omicidio volontario aggravato ai danni di Mario Cerciello Rega. Secondo i legali di Finnegan Elder Lee, Roberto Capra e Renato Borzone, lo studente non avrebbe ribadito la completa confessione davanti al Gip come invece aveva fatto durante il primo interrogatorio presso la caserma dei Carabinieri. Aumentano cosi le ira della famiglia americana che chiede di poter riavere in patria Elder Lee per poter essere giudicato da un tribunale americano e non italiano, e inevitabili esplodono le polemiche: «Stiamo conducendo una serie di accertamenti – ha aggiunto e concluso il difensore di Elder – per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto quella notte sul luogo dell’omicidio e non è escluso che, aldilà delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda».
FAMIGLIA ELDER VS I CARABINIERI “NON DETTA TUTTA LA VERITÀ”
In una nota trapelata dal legale della famiglia di Finnegan Lee Elder, il reo confesso delle coltellate contro il carabiniere Mario Cerciello Rega, il padre del ragazzo arrestato ha fatto sapere da San Francisco «mi auspico che la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa». Non solo, il padre di Elder Lee lancia accusa molto forti contro Carabinieri e Procura di Roma, dopo che negli scorsi giorni aveva fatto tappa in carcere per parlare con il figlio dopo il caos avvenuto il 26 luglio scorso a Roma: «Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi» ha detto l’avvocato della famiglia Lee, Craig Peters. Nello stesso comunicato viene comunque lanciato un messaggio di condoglianze per il carabiniere ucciso, «continuiamo ad avere questa famiglia nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento».
ELDE LEE NASCOSE COLTELLO NELLA FELPA
Gli inquirenti hanno fatto sapere che Elder Lee ha confessato l’accoltellamento avvenuto durante una rissa, ma non solo: secondo il Tribunale e le ordinanze di arresto, Elder ha detto di aver creduto che «uno strano uomo volesse strangolarmi», spiegando poi di non sapere che Cerciello fosse un carabiniere in borghese. Questa precisa deposizione contrasta evidentemente con quanto riferito invece dal generale dei Carabinieri che nella ricostruzione dei fatti avvenuti a Roma in quelle ore di tensione, ha spiegato e affermato come Cerciello e Varriale si siano subito identificati come carabinieri appena incontrati Elder Lee e Natale Hjorth. Stando a quanto emerge poi dalle indagini della Procura, il coltello usato per colpire 11 volte il povero carabiniere è stato nascosto nella tasca della felpa di Finnegan: «Siamo concentrati a lavorare con gli avvocati di Finn per stabilire tutti i fatti. Speriamo che l’accusa produca le riprese video dell’incidente per mostrare cosa è realmente accaduto», ha poi ripetuto ancora il padre di Elder dagli States. «Il carabiniere Andrea Varriale era armato la notte tra il 25 e 26 luglio», hanno invece fatto sapere all’Ansa fonti dell’Arma dei Carabinieri dopo alcune notizie circolate ieri sugli organi di stampa che riferivano l’esatto contrario.