Padre Gigi Maccalli, liberato due giorni fa in Mali con Nicola Chiacchio, ha inviato un messaggio vocale al vescovo di Crema, Daniele Gianotti. Questi aveva fatto suonare le campane a festa per la liberazione del sacerdote, che ha potuto ascoltare grazie ad un collegamento con il nipote. “Ho pianto sentendo le campane del Duomo di Crema”, ha detto padre Maccalli nel commosso messaggio. Dopo due anni di grande silenzio, la sua voce. “Eccomi catapultato nel mondo della parola”. Inoltre, ha fatto sapere di essere arrivato a Roma e di aver abbracciato la famiglia. “Vi ho pensato tutti i giorni, sapevo che potevo contare sulla vostra preghiera ed è stata questa la mia forza e penso anche la chiave di questa vicenda che mi ha tenuto per più di due anni prigioniero di Al Qaeda nel deserto del Sahara”. A tal proposito, ha raccontato: “Finalmente sono di nuovo libero e non ho parole per dire a tutti il mio grazie”. Padre Maccalli ha rassicurato circa le sue condizioni: “Sto bene”. Ma ha anche ringraziato tutti i cremaschi, il vescovo Daniele Gianotti e tutti coloro “che hanno pregato, pensato e accompagnato i miei due anni di prigionia nel Sahara”. (agg. di Silvana Palazzo)
PADRE MACCALLI E NICOLA CHIACCHIO ATTERRATI A CIAMPINO
Padre Maccalli e Nicola Chiacchio sono atterrati pochi istanti fa a Ciampino. I due italiani hanno fatto ritorno in patria a bordo di un aereo militare e sono stati accolti dal premier Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Vietato per ragioni di sicurezza sanitaria l’accesso ai cronisti. «Quando le Istituzioni dello Stato lavorano con grande sinergia e dedizione l’Italia raggiunge sempre il suo obiettivo. Con Maccalli e Chiacchio, in poco più di un anno abbiamo liberato e riportato a casa 7 ostaggi italiani che erano nelle mani di terroristi od organizzazioni criminali. Continuiamo a lavorare giorno e notte e in queste ore stiamo concentrando gli sforzi per i nostri connazionali in Libia. Abbiamo attivato tutti i canali internazionali e stiamo lavorando in silenzio e con riserbo come richiesto in queste situazioni per raggiungere il miglior risultato. Siamo in continuo contatto con le famiglie dei pescatori. Massimo impegno per il nostro Paese», le parole di Di Maio. (Aggiornamento di MB)
PADRE MACCALLI E NICOLA CHIACCHIO VENERDI’ IN ITALIA
Padre Maccalli e Nicola Chiacchio liberati in Mali: la notizia che attendevamo da due anni è arrivata nella tarda serata di giovedì 8 ottobre 2020. Il religioso, 59 anni e originario di Crema, è stato rapito il 17 settembre 2018 in Niger, al confine con il Burkina Faso, mentre l’ingegnere campano è stato sequestrato in Mali nel 2019 mentre percorreva il Paese in bicicletta, ma si venne a sapere del suo rapimento solo nello scorso aprile, quando un sito un in video dove appariva insieme a padre Maccalli. Come riportato dal corrispondente del Tg1 Enzo Nucci, Maccalli e Chiacchio ritorneranno questo pomeriggio a Roma a bordo di un volo dei Servizi segreti. Oltre ai due ostaggi italiani, le forze jihadiste hanno rilasciato sono la cooperante francese Sophie Pétronin e un ex ministro del Mali, Soumaila Cisse.
PADRE MACCALLI E NICOLA CHIACCHIO LIBERATI IN MALI
La svolta nelle trattative tra la giunta militare al potere in Mali e i gruppi jihadisti operanti nel nord del Paese è stata registrata nel corso del weekend: come reso noto dal Tg1, sono state liberati 180 guerriglieri tra sabato e domenica, jihadisti che erano statj catturati nel corso di varie operazioni militari. Ieri, invece, è arrivata la notizia della liberazione dei quattro ostaggi, che sono stati caricati su un aereo per essere trasportati a Bamako. Ricordiamo che dal 2014 è in corso in Mali una operazione militare dei francesi per contenere le spinte terroristiche. Grande soddisfazione in Italia per la liberazione di Padre Maccalli e dell’ingegnere Chiacchio, queste le parole del premier Giuseppe Conte: «Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti in Africa tra il 2018 e il 2019, sono liberi e stanno rientrando in Italia! Grazie al nostro comparto di intelligence, in particolare all’Aise, e alla Farnesina per questo risultato».