Padre Maccalli è vivo e come lui anche un altro italiano rapito, Nicola Chiacchio. Una bella notizia giunge dall’Africa in apertura della Settimana Santa grazie a un breve filmato che sarebbe stato girato nel Nord del Mali nei giorni scorsi.
Appena 24 secondi, accompagnati da un breve audio ottenuto dal quotidiano cattolico Avvenire tramite una fonte che è riuscita a entrare in contatto con il gruppo jihadista non meglio identificato, che ha in ostaggio Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio. Parla per primo il religioso, che dice: “Mi chiamo Pierluigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo“. Ancora più breve il messaggio dell’altro nostro connazionale: “Mi chiamo Nicola Chiacchio”. Quanto basta però per affermare che i due siano ancora vivi, o per lo meno che lo erano il 24 marzo.
Avvenire ha richiesto un fermo-immagine del video come prova ulteriore: i due ostaggi sono seduti uno di fianco all’altro, Maccalli a sinistra con gli occhiali scuri, la sua abituale barba bianca e folta e un vestito tradizionale, anche Chiacchio con un vestito tradizionale e la barba lunga.
PADRE MACCALLI E NICOLA CHIACCHIO: I DUE RAPITI SONO VIVI
Padre Pierluigi Maccalli, missionario originario della Diocesi di Crema, è un religioso della Società delle Missioni Africane (Sma), era stato sequestrato la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale del Niger, Niamey. Da allora non si avevano più notizie sulla sua sorte.
Adesso dunque arrivano notizie dal Mali, ma non c’è da stupirsi: i due Stati africani sono confinanti e i gruppi jihadisti attivi in quella parte del Continente Nero non badano certo ai confini statali. Padre Maccalli era il bersaglio perfetto gli attivisti jihadisti che operano nella zona, inferociti contro la pratica missionaria di questo umile prete italiano che da anni si batte per evangelizzare e salvare da morte e violenza il popolo del Niger.
Scuole, dispensari, formazione per i giovani contadini, sensibilizzazione delle donne sulle pratiche ignobili di mutilazioni genitali femminili erano infatti il suo campo d’azione. Si sa invece davvero poco su Nicola Chiacchio: rapito alcuni anni fa, probabilmente in Mali, mentre viaggiava nella regione come turista. Anche per la sua famiglia però questa potrà essere almeno una Pasqua di speranza.