Luigi Ciatti, il papà del povero Niccolò Ciatti, ucciso a calci e pugni da un ceceno in una discoteca di Lloret de Mar, è stato intervistato stamane da Morning News su Canale 5, per commentare le ultime notizie riguardanti la fuga di Bissuoultanov, l’uomo che è stato appunto condannato per omicidio: “E’ sempre stato il nostro timore principale – ha spiegato Luigi Ciatti in diretta tv – e il pm spagnolo con cui ho parlato, mi ha spiegato che non poteva essere messo in carcere perchè aveva superato i 4 anni di carcerazione preventiva. La sorveglianza era la firma settimanale e il ritiro del passaporto ma se ci fosse stata una sorveglianza più attiva si poteva impedirne la fuga. Fra il verdetto della giuria popolare – ha proseguito il papà del ragazzo ucciso a soli 22 anni – e dalla sentenza di una pena lieve di soli 15 anni è passato un mese, e lui ha avuto tutto il tempo di preparare e predisporre la sua fuga come aveva già fatto l’altra volta quando era stato trovato casualmente in Germania”. Poi ha proseguito, criticando senza troppi giri di parole la giustizia spagnola: “E’ stato scarcerato dopo 4 anni di carcere perchè non è stata capace la Spagna di fare un processo, in passato il ceceno ha avuto il permesso di andare a fare dei certificati e di saltare la firma: quando ha saltato la firma la sera stessa era in Germania, ed era evidente il primo tentativo di fuga. La Germania dopo aver esaminato il mandato di cattura europeo ha ritenuto valida l’estradizione in Italia: era arrivato in Italia, era in carcere, il 18 gennaio del 2022 dovevano fare il processo. poi la corte di assise l’ha scarcerato con un errore gravissimo, sentenza poi bocciata dalla Cassazione che ha detto che non ci doveva essere scarcerazione. il problema è che non c’è rimedio”.
Di nuovo il papà di Niccolò Ciatti: “Bastava mettere un braccialetto elettronico, bastava una firma ogni due giorni invece che una alla settimana. Non stiamo parlando della limitazione di libertà di un cittadino tranquillo. Gli altri due che erano con lui sono spariti nel nulla: il ragazzo con la maglia rossa, assolto in Spagna, ha avuto una complicità molto attiva in quello che è successo a Niccolò”. Secondo il papà di Ciatti la sentenza giusta sarebbe dovuta essere l’ergastolo, così come avvenuto per i fratelli Bianchi e il povero Willy: “Se il processo fosse stato fatto in Italia la condanna sarebbe stata certa e l’ergastolo. Il giorno prima della sentenza del giudice spagnolo c’è stata la sentenza che ha riconosciuto l’omicidio di Willy e la condanna all’ergastolo dei fratelli Bianchi, io non riesco a capire una diversità così totale in un caso molto simile anche se in due Paesi diversi. quello fatto in Italia dovrebbe essere il percorso giusto della giustizia”. Quindi ha concluso, ribadendo “La pena adeguata era l’ergastolo, è stato dimostrato, provato e certificato che quel calcio è stato dato con l’intenzione di uccidere e non una casualità”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PADRE NICCOLÒ CIATTI: “SPIEGATEMI LA DIFFERENZA TRA LUI E WILLY. CECENO IN FUGA…”
È scappato Rassoul Bissoultanov, ceceno assassino di Niccolò Ciatti in una discoteca spagnola, nel 2017, dove il giovane fiorentino era in vacanza con gli amici. Dopo la condanna a 15 anni da parte del Tribunale di Girona, l’omicida non si è reso deperibile per la carcerazione. Luigi Ciatti, padre di Niccolò, parla con desolazione ai microfoni di Estate in diretta: “La fuga è sempre stato il nostro più grande timore, sia per la prima scarcerazione avvenuta in Spagna sia adesso. Una volta uscito il verdetto della giuria popolare che ha riconosciuto l’omicidio aggravato ci siamo chiesti, e l’abbiamo chiesto al Pubblico Ministero spagnolo, se non si rischiava che scappasse. Lui ha spiegato che avendo fatto 4 anni di carcerazione preventiva non poteva incarcerarlo. Ma sarebbe bastato un controllo più sicuro piuttosto che una firma settimana e togliergli il passaporto, perché muoversi in Europa è semplice”.
Il padre ha proseguito: “Una giuria popolare ha riconosciuto l’omicidio volontario aggravato. La forbice poteva andare da 15 a 25 anni. Il Pubblico Ministero aveva chiesto 24 anni più 9 di libertà vigilata. Non sappiamo le attenuanti che il giudice abbia potuto riconoscere all’assassino ma la pena di 15 è veramente lieve per un omicidio volontario aggravato”.
Il padre di Niccolò: “Spiegatemi la differenza con Willy”
Luigi Ciatti, con rammarico e tristezza, ha paragonato la sentenza della morte del figlio a quella del giovane Willy Monteiro Duarte, per la quale i fratelli Bianchi sono stati condannati all’ergastolo. A Estate in Diretta, il padre ha dichiarato: “Il giorno prima c’è stata la sentenza per l’assassinio di Willy, un fatto simile. Lì la giustizia italiana ha dato dimostrazione di ciò che è la giustizia. Questi signori hanno avuto la condanna ad ergastolo e non sono mai usciti. Mi trovate la differenza tra la sua morte e quella di Niccolò? Io non la vedo”.
Il padre di Niccolò ha concluso ricordando anche la precedente fuga e la successiva scarcerazione: “La dimostrazione che lui tentasse la fuga l’avevamo già avuta. Dopo la Germania aveva riconosciuto l’estradizione in Italia. Anche da parte italiana c’è stato un errore gravissimo però. La Corte d’Assise di Roma lo ha scarcerato. Lui ha fatto perdere le sue tracce, tornando in Spagna perché sapeva che lì non lo avrebbero arrestato. È rimasto tranquillamente in Spagna fino a quando gli ha fatto comodo. Ora il giudice spagnolo ha avuto un mese per rilasciare la sentenza di 15 anni. Appena sapeva che lo avrebbero messo in carcere ha fatto perdere le sue tracce. Ha firmato in Tribunale la settimana scorsa e poi è fuggito”.