Padre Radcliffe, Maestro dell’Ordine dei Dominicani che il prossimo 7 dicembre riceverà la nomina a cardinale, ha rilasciato una intervista al quotidiano L’Avvenire, nella quale ha commentato la notizia e discusso in merito ad alcuni argomenti di attualità offrendo numerosi spunti di riflessione sulle relazioni tra esseri umani e su come poter ritrovare la speranza e la gioia. La prima sfida da affrontare di questo tempo, è quella dell’individualismo radicale, un fenomeno che limita la capacità di essere sè stessi perchè: “L’uomo deve essere relazionale e trovare il proprio posto nella comunità“.
La stessa identità cristiana infatti invita alla reciprocità, cioè: “Vivere nell’uguaglianza pur rispettando le diversità” e aggiunge che questo è possibile solo “Uscendo dai ruoli fissi e imparando a scoprire chi siamo attraverso l’altro“, proprio come “genitori e figli imparano relazionandosi e superando le idee predeterminate“. Altro tema molto importante di cui parla padre Radcliffe è quello della crisi sociale, politica ed ecologica che il mondo sta vivendo e di cui dice: “Non dobbiamo averne paura perchè Gesù trasforma la disperazione nel dono della speranza“.
Padre Radcliffe: “Gioia e dolore non possono essere separabili, la chiave è la condivisione”
Nell’intervista padre Radcliffe sottolinea soprattutto la necessità di ritrovare la speranza e la gioia nella condivisione e nel relazionarsi con gli altri rispettando le differenze. Per questo racconta: “Nei luoghi di apparente disperazione ho incontrato persone che mi hanno dato speranza. Per esempio, in Iraq, i miei fratelli e sorelle domenicani stanno vivendo un momento difficile, ma non sono disperati. Sono gioiosi“. Così come ricorda il teologo che non bisogna mai perdere il senso dell’umorismo, non distruttivo, ma giocoso e scherzoso come quello dei bambini.
La gioia, per la quale non basta la sola volontà, va ritrovata anche nel dolore, “Gioia e dolore non possono essere separabili, e non si può essere veramente gioiosi senza lasciarsi toccare dal dolore degli altri“. Ancora una volta, la condivisione è la chiave che può “Aprire uno spazio dentro di noi che sarà riempito dalla gioia di Dio“. Di fronte alle situazioni più difficili, come le guerre, l’emarginazione dei poveri e il cambiamento climatico, quello che l’uomo deve fare è continuare a pregare perchè: “Il cuore della nostra fede è che nessuna preghiera rimane senza risposta”, ma anche fare, piccole azioni attraverso le quali opera la grazie di Dio.