Il padre francescano Massimiliano Rosito è morto a 91 anni a Firenze, la città che lo ha visto sempre come un punto di riferimento e che divenne ancora più sua quando – durante l’alluvione del 1966 -, incurante dell’acqua che sommergeva tutto nella Basilica di Santa Croce, salvò il Crocifisso di Cimabue: lo riferisce Vatican News.
Insieme ai suoi confratelli, padre Rosito mise in sicurezza quello che era rimasto dell’opera che sarebbe poi diventata il simbolo della più tristemente famosa alluvione dell’Arno in città, travolta da sei metri di acqua, alluvione nella quale Firenze sperimentò la solidarietà e l’amore di tanti giovani italiani chiamati “gli angeli del fango“, espressione che verrà poi usata in molte altre alluvioni.
Nei mesi successivi padre Massimiliano Rosito si impegnò moltissimo nel restauro, lungo e faticoso, del patrimonio danneggiato dall’alluvione stessa: dal legno medievale inzuppato di umidità, arrivata al 147%, si era staccato infatti il 70% della pittura del Crocifisso di Cimabue.
PADRE ROSITO É MORTO: IL SALVATAGGIO DEL CROCIFISSO E IL FIORINO D’ORO
Padre Massimiliano Giuseppe Rosito era nato a Ferrandina, in provincia di Matera, il primo dicembre del 1928. Divenuto frate a 21 anni nella famiglia francescana dei Frati minori conventuali e in seguito ordinato sacerdote a Roma, padre Rosito ha trascorso a Firenze, nella basilica di Santa Croce, larga parte della sua esistenza.
Nel dicembre 2008 Rosito era stato insignito dal Comune di Firenze del Fiorino d’oro, la massima onorificenza della città, “per la sua preziosa attività nella direzione della rivista ‘Città di Vita‘, divenuta riferimento costante – si leggeva nella motivazione – della comunità cittadina, animandone e interpretandone i valori, i personaggi e le opere, attraverso un confronto interculturale coraggioso e anticipatore”.
Il frate francescano fu capo redattore e in seguito direttore della rivista a partire dal settembre 1964. A Rosito si deve anche la fondazione del museo dedicato a Pietro Parigi, importante xilografo fiorentino e suo grande amico. L’azione di padre Rosito dunque davvero non si può limitare al salvataggio del Crocifisso di Cimabue, gesto sia pure così significativo e rimasto ancora oggi celebre. I suoi funerali saranno celebrati domani, martedì 9 giugno.