Giulio Bissiri, padre delle sorelle Selassiè, le princess del GF Vip Jessica, Lucrezia e Clarissa, è stato accusato di truffa da una lettrice del settimanale “Oggi”, di nome Carlotta Tedeschi. La rivelazione campeggia sulle colonne dell’articolo scritto da Antonio Parisi e pubblicato alle pagine 74 e 75 dell’ultimo numero del periodico e si apre con questo virgolettato della donna: “Giulio Bissiri per circa due anni, a cominciare dal 1998, ha accompagnato tutte le settimane mio padre, Roberto Tedeschi, ex amministratore delegato del Gruppo Holiday, presso la Cariplo di via IV Fontane a Roma, facendosi consegnare dal nostro conto dieci milioni di lire alla volta. I soldi dovevano servire a finanziare le attività di Bissiri, che diceva di essere discendente del Negus Hailé Selassiè, e poter così incassare le cedole di un immenso tesoro in titoli tedeschi, che, a suo dire, era appartenuto al defunto imperatore”.
Tuttavia, quei soldi non furono mai restituiti dall’uomo al signor Tedeschi, che tentò di recuperare senza successo il suo denaro dalle mani di Bissiri, che “lo aveva completamente imbambolato con la storia dei bund tedeschi”.
IL PADRE DELLE SORELLE SELASSIÈ ACCUSATO DI TRUFFA: “RUBÒ SOLDI A MIO PAPÀ”
Nel prosieguo del suo intervento su “Oggi”, Carlotta Tedeschi, figlia di Roberto, l’imprenditore che sarebbe stato vittima di una truffa da parte del padre delle sorelle Selassiè, ha raccontato che prima della morte del suo genitore, avvenuta nel 2008, lei fermò Bissiri per strada davanti al bar Carrot’s di piazza Euclide: “Gli chiesi indietro i nostri soldi. Lui fu sprezzante, mi disse che non mi dava nulla e che a casa, ben nascosti, aveva documenti su mio padre. L’ho rivisto casualmente in primavera, non mi ha riconosciuto: lui era vestito elegantemente, con l’anello d’oro al dito. Noi, invece, non abbiamo più niente”.
Ricordiamo per completezza d’informazione che Giulio Bissiri, a seguito di un mandato di cattura internazionale, si trova attualmente in carcere in Canton Ticino ed è accusato di una presunta truffa da dieci milioni di franchi svizzeri ai danni di un gruppo di imprenditori.