Dramma a Sacramento, negli Stati Uniti, dove un uomo ha ucciso i suoi tre figli in Chiesa, per poi sparare ad una quarta personae quindi rivolgere l’arma a se stesso togliendosi la vita. Come riferisce il New York Times, si trattava di una visita “sorvegliata” quella fra il padre e i suoi tre bambini, che è però degenerata in maniera folle e drammatica, causando la morte dei tre minorenni. L’uomo, stando a quanto specificato dallo sceriffo della contea di Sacramento, Scott Jones, aveva un ordine restrittivo, di conseguenza ogni qual volta si vedeva con i figli, tutti under 15 (l’età non è ancora nota), avrebbe dovuto essere sorvegliato.



Secondo quanto aggiunto dal sergente Rod Grassmann, portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Sacramento, si tratta di “violenza domestica”, e non sembrerebbe quindi trattarsi di altro, come ad esempio terrorismo o satanismo, semplicemente un probabile gesto di ripicca dell’uomo nei confronti della moglie, scene che purtroppo si ripetono spesso e volentieri, anche nel nostro Paese. La Chiesa in cui si è consumata la tragedia si trova appena al di fuori della città di Sacramento, in un’area suburbana densamente popolata, e non è chiaro quante persone vi fossero nell’edificio sacro al momento del triplice omicidio.



SACRAMENTO, PADRE UCCIDE I 3 FIGLI E UN QUARTO UOMO: IL COMMENTO DI NEWSOM E STEINBERG

“Un altro atto insensato di violenza armata in America”, ha twittato Gavin Newsom, governatore della California, aggiungendo: “Questa volta nel nostro cortile. In una chiesa con i bambini dentro. Assolutamente devastante. I nostri cuori vanno alle vittime, alle loro famiglie e alle loro comunità”.

Darrell Steinberg sindaco della città californiana, ha parlato di “una tragedia indicibile. Succede troppo spesso, e stasera è successo nel nostro cortile. Il primo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie. Lo stesso vale per i primi soccorritori che devono affrontare una scena così orribile. Nell’aggressione sarebbe morta anche una quarta persona, di cui però non si conosce l’identità, ne tanto meno il legame con le vittime.