Cresce sempre di più il numero di paesi europei che sembrano intenzionati ad irrigidire le regole sui migranti, con i Paesi Bassi che da alcuni giorni a questa parte starebbero discutendo su di una stretta nei confronti della Siria che aprirà le porte ai rimpatri verso quello che è considerato (quasi all’unanimità) un ‘paese non sicuro’ aggiornando – sul recentissimo modello italiano – l’elenco dei paesi sicuri: ad annunciare la stretta sono stati quasi tutti i quotidiani diffusi nei Paesi Bassi che parlano di un generale accordo tra le forze politiche che reggono il governo; salvo per alcuni piccoli dubbi avanzati dal partito liberale e conservatore VVD che sono attualmente oggetto di negoziati.
Facendo innanzitutto un passetto indietro, è interessante notare che oltre – evidentemente – ai Paesi Bassi e all’Italia sono sempre di più gli stati tra i 27 che compongono l’UE ad aver inasprito le leggi sui migranti: esemplare il caso delle sempre aperturiste Germania e Francia che (da un lato) hanno riattivato i controlli alla frontiera e (dall’altro) non hanno mai rimosso i limiti varati eccezionalmente in occasione delle Olimpiadi estive; ma non mancano neppure l’Austria – attualmente impegnata a limitare i flussi da Ungheria e Repubblica Ceca – e la Danimarca che ha chiuso il confine con il territorio tedesco a causa del terrorismo islamico.
I Paesi Bassi verso la stretta sui migranti, tutte le ipotesi: dai rimpatri in Siria, alla detenzione
Tornando al punto di partenza, quella che verrà varata nelle prossime settimane – sicuramente entro l’anno secondo i media locali – dai Paesi Bassi è una stretta che si abbatterà in particolare contro i migranti provenienti dalla Siria: aggiornando l’elenco dei paesi sicuri, l’obiettivo è quello di includere alcune aree siriane che fungeranno da punto di appoggio per il rimpatrio dei tantissimi (circa 126mila nel solo 2022, ultimo anno di cui abbiamo dati certi) profughi che da anni affannano il sistema di accoglienza olandese.
Oltre a questo, l’idea è quella di inasprire anche a livello generale le politiche di accesso ai Paesi Bassi, riattivando – esattamente come la Germania – i controlli alle frontiere e rendendo più difficile l’ottenimento del visto: attualmente ne esiste uno permanente che sarà abolito, a favore dei soli permessi temporanei limitati dagli attuali 5 anni a soli 3; ma si ipotizza anche di impedire il ricongiungimento familiare con i maggiorenni accolti sul territorio olandese, aprendo – infine – le porte alla detenzione (in strutture quanto meno ampliate) degli irregolari sprovvisti di documenti.