Il sovranismo europeo torna a scaldare i suoi motori, che rombano come non mai. La Commissione europea, infatti, ha reso nota nelle scorse ore la propria volontà di estromettere dalla collaborazione nella ricerca nei settori sensibili (come tecnologie spaziali) tutti i Paesi non Ue, tra i quali figurano anche Gran Bretagna, Svizzera e Israele. Lo riferisce sulle proprie colonne virtuali l’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), che spiega come tale decisione non sia stata apprezzata dagli Stati membri, che hanno domandato a Bruxelles di riesaminarla, con particolare riferimento a Germania, Italia, Spagna e Austria.



Agi sottolinea che “per la Commissione alcuni elementi del programma considerano l’informatica quantistica come importanza strategica globale che ha ampi usi nella sicurezza e nelle tecnologie a duplice uso. Pertanto, al fine di raggiungere i risultati attesi e salvaguardare le risorse strategiche, gli interessi, l’autonomia o la sicurezza dell’Unione, la partecipazione è limitata alle persone giuridiche stabilite negli Stati membri, Norvegia, Islanda, Liechtenstein. Le proposte che includono entità stabilite in Paesi al di fuori di questo ambito non saranno ammissibili.



SOVRANISMO EUROPEO CONTRO GRAN BRETAGNA, ISRAELE E SVIZZERA: ECCO PERCHÉ

In merito a tale esempio di sovranismo europeo attuato dalla Commissione europea, i funzionari Ue – riferisce l’Agi – hanno portato come esempio quello della Mellanox Technologies, società israeliana di reti informatiche che in passato partecipò a programmi quantistici dell’Ue, salvo poi essere acquisita da una società americana. Dunque, “l’esecutivo Ue è convinto che ciò potrebbe comportare rischi per quanto riguarda il trasferimento della protezione della proprietà intellettuale ad altre potenze globali e che non vorrebbe vedere questi rischi ripetersi con altri Paesi terzi”. Ma non è tutto: sono molte le fonti d’informazione secondo cui, fra gli obiettivi della Commissione europea, figurerebbe anche la volontà di non permettere alla Svizzera di partecipare a progetti di ricerca spaziale. Come detto, molti Stati membri, Germania in testa, hanno protestato: “In particolare nelle tecnologie quantistiche, questi Paesi sono stati tradizionalmente partner importanti e si prevede che lo rimangano in futuro”, ha detto il ministro della Ricerca tedesco, Thomas Rachel, a “Science Business”. La disputa, insomma, è appena iniziata.

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