Alcuni Paesi dell’Ue, secondo Bloomberg, vogliono indebolire le sanzioni inflitte alla Russia per la guerra in Ucraina. Il nuovo pacchetto sembrerebbe essere in tal senso molto discusso. Una delle sue proposte infatti sarebbe quella di vietare agli importatori di rivendere i cosiddetti articoli ad alta priorità – come i semiconduttori utilizzati da Mosca nelle armi o necessari per farle – e di richiedere che una somma sia depositata in un conto di deposito per soddisfare questi requisiti. In caso di violazioni, almeno la metà di questo importo sarebbe trasferita al fondo fiduciario per Kiev e i contratti risolti. Gli esportatori sarebbero inoltre tenuti a informare le autorità nazionali di eventuali inosservanze da parte di società di paesi terzi.



Le misure in questione hanno sollevato diverse preoccupazioni, oltre che dei dubbi sulla loro legalità. È per questo che alcuni funzionari degli Stati, rimasti anonimi, si stanno domandando se imporre queste clausole sia praticabile o meno. Per molti la risposta è “no”. Qualcuno teme anche che queste nuove sanzioni possano mettere le imprese europee in uno svantaggio competitivo.



Paesi Ue vogliono indebolire sanzioni a Russia: i dubbi sul nuovo pacchetto

Il dibattito sul nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia si è aperto dopo che l’Ue ha iniziato a lavorare per limitare la capacità di Vladimir Putin di mettere le mani su beni ad alta priorità utilizzati per scopi militari attraverso paesi terzi come il Kazakistan, la Serbia e la Turchia, ma anche Armenia, Azerbaigian e Uzbekistan. I dati commerciali mostrati da Bloomberg rivelano che le esportazioni di questi Paesi sono diminuite nei mesi scorsi. Anche il canale degli Emirati Arabi Uniti è divenuto sempre meno preferenziale. Oltre l’80% degli acquisti esteri di Mosca arriva ora dalla Cina e da Hong Kong in particolare. Inoltre, si stanno aprendo delle nuove rotte con Malesia e Thailandia. È da capire come i comportamenti europei condizioneranno questo processo.

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