Dopo l’intervista a La Stampa del padre di Torino condannato, cambia e non poco la “visione” del processo conclusosi con il patteggiamento a 2 anni di reclusione: il 75enne infatti nega di aver mai pagato qualcuno per far picchiare il figlio chirurgo e gay, «non è vero niente, ho solo mandato una persona per seguirlo ma poi è sparita». E allora perché ha patteggiato risultando così colpevole? «Il mio avvocato mi ha detto che anche l’altra figlia sarebbe venuta a testimoniare contro di me, cosa potevo fare?». Al netto del triste episodio familiare, resta il fastidio dell’ingegnere 75enne per la vita del figlio: «Non ero contento, avrei voluto dei nipoti, mi sembra abbastanza normale».



Un rapporto padre-figlio spezzato, forse non per sempre («Sì, gli voglio ancora bene») ma che resta ancora “oscuro” nell’evoluzione dei fatti: «È una questione di soldi, c’è anche di mezzo un testamento». Insomma, il caso è tutt’altro che “chiuso” ma in termini di cronaca o giustizia, ma proprio a livello familiare. (agg. di Niccolò Magnani)



Il caso di Torino e la condanna

Ha acceso grande rabbia sui social network la storia resa nota oggi da La Stampa. A Torino è appena terminato con patteggiamento il processo nei confronti di un uomo che ha pagato un picchiatore per spezzare le dita al figlio gay, un chirurgo di 40 anni. Come ricostruito dal quotidiano piemontese, l’uomo ha assoldato un malintenzionato per 2.500 euro con l’obiettivo di distruggere fisicamente e professionalmente il figlio, reo di essere omosessuale.

«La pietra dello scandalo è stata tre anni fa, quando sono stato paparazzato al mare, in Francia, con un attore molto noto», ha spiegato l’uomo ai microfoni di Irene Famà. Una fotografia considerata un affronto dal genitore, anche se inizialmente sembrava averla presa bene. In realtà però le cose sono andate diversamente: il padre del chirurgo si è scagliato contro la moglie – che ha optato per il divorzio dopo 42 anni e dopo minacce e botte – per poi assoldare un picchiatore nell’aprile del 2017. Prima per massacrare di botte il compagno del figlio, poi per pedinare la coppia…



Torino, paga per far spezzare le mani al figlio gay: due anni di carcere

«Un giorno esco dallo studio e mi avvicina un tizio. Mi dice che mio padre l’ha pagato per spezzarmi le mani. Mi dice anche che non ha nessuna voglia di farlo, gli sono sembrato un bravo ragazzo e non vuole rovinarmi la vita», ha spiegato il chirurgo ai microfoni de La Stampa, sottolineando di non riuscire a spiegarsi il gesto del padre.  La denuncia è arrivata nel maggio del 2018, dopo aver vissuto sotto scorta. «Perdonarlo? Lasciamo perdere quello che è successo a me. Non posso perdonare quello che ha fatto a mia madre e al mio compagno. Un genitore può non comprendere la vita di un figlio, può non condividerne le scelte, ma una tale violenza non ha giustificazione. Mi sono interrogato tante volte sulle sue azioni. Forse gelosia, forse invidia. Forse non sopportava che sfuggissi al suo controllo. Io come mia madre», ha aggiunto il 40enne. Una storia che ha indignato molti sul web, la vicenda di un uomo che paga per rovinare la vita ad un figlio solo perché gay…