La paghetta di mamma e papà ai figli è aumentata negli ultimi anni ed oggi è pari a 54 euro mensili di media. Questo quanto si legge su Il Messaggero citando una ricerca di Facile.it, sottolineando come la cifra salga a 70 euro per la fascia di età 15-18 anni. E la gestione della paghetta è entrata anche nelle scuole visto che i ragazzi devono imparare a gestire i soldi, una vera e propria materia nell’ambito dell’educazione civica. Del resto secondo un’analisi dell’Ocse i risultati inerenti la cultura finanziaria di base sono preoccupanti, con l’Italia che raggiunge un misero punteggio di soli 17 punti contro i 75 della Germania.



Per la maggior parte degli italiani, non soltanto ragazzi, è un problema capire come funziona un mutuo, i tassi di interesse, ma anche semplicemente come bloccare una carta rubata. A riguardo si stanno facendo dei passi in avanti comunque anche nel nostro Paese, con una serie di iniziative della Feduf (la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio creata dall’Abi), del Museo del Risparmio aTorino, di Banca d’Italia, di Poste e del comitato governativo Edufin, centinaia di eventi nelle scuole, classi ad hoc, seminari, premi e quiz interattivi per insegnare la “finanza di base” ai nostri connazionali.



PAGHETTA AI FIGLI: “UNA PALESTRA DI ALLENAMENTO”

«Oggi l’educazione finanziaria – spiega a Il Messaggero Giovanna Boggio Robutti, direttrice generale di Feduf – occupa un posto importante nell’agenda di Enti e Istituzioni: un cambiamento che ha richiesto un grande impegno, per iniziare a passare dall’essere percepita come qualcosa di staccato dalla vita reale a elemento indispensabile per il pieno esercizio delle prerogative democratiche».

Gli insegnanti sostengono come i ragazzi siano in generale molto interessati alla questione dei soldi, e a riguardo Robutti precisa: «La paghetta è una palestra di allenamento all’uso del denaro e un’occasione di dialogo tra genitori e figli sull’uso responsabile dei soldi. Bisogna stabilire il criterio in base al quale erogarla: per merito o con un importo fisso? Genitori e figli possono discuterne, ma ovviamente, alla fine, sono i primi a decidere». In ogni caso l’esperto consiglia di evitare aggiunte ed eccessivi adeguamenti al rialzo soprattutto per i più piccoli, come ad esempio dare delle cifre da centocinquanta euro a settimana, che potrebbero “anche essere negative”.



PAGHETTA AI FIGLI: LE PAROLE DI ANTONELLA MARCHETTI

Secondo una ricerca Feduf-DoxaKids, l’86 per cento dei genitori ritiene importante educare i figli dal punto di vista finanziario ma l’82% delle paghette è dato ancora in contanti. Per Facile.it i soldi si danno di solito dai 12 anni in su, anche se il primo acquisto si effettuerebbe in media a 9 anni.

Interessante anche il parere, sempre a Il Messaggero, di Antonella Marchetti, ordinario di psicologia dello sviluppo e dell’educazione e direttrice del dipartimento di psicologia dell’Università Cattolica di Milano, secondo cui «la paghetta, se usata bene, è uno strumento utile per i bambini per familiarizzare con la gestione del denaro,con il concetto di responsabilità e con quello dell’attesa. Attenzione, però, al significato che si dà alla somma. Mai dare soldi ai figli per creare impegno rispetto all’apprendimento, ma piuttosto in cambio di lavoretti. Non bisogna poi esagerare con i soldi a chi non ha la giusta età».