MONS. PAGLIA E L’ESEMPIO DI RATZINGER

«Nella sua Lettera Ratzinger si carica delle colpe di tutti ed è da ricordare che è stato il primo a parlare di questa ‘sporcizia’ nella Chiesa e, una volta diventato Papa, ha immediatamente avviato procedimenti in questo senso»: lo ha detto Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nella sua intervista a ‘24Mattino’ su Radio 24 in merito alla lettera di Benedetto XVI sullo scandalo della pedofilia in Germania.



Attaccato da parte della Chiesa (progressista), il Papa Emerito ha respinto le accuse di aver “mentito” sulla presunta copertura di un prete pedofilo nella Diocesi di Monaco ai tempi del suo mandato da Arcivescovo; nello stesso tempo, come ha ben ricordato il Cardinal Angelo Scola, Ratzinger «è un testimone clamoroso della verità che si è donato a Dio chiedendo scusa a nome di tutta la Chiesa». Mons. Paglia sottolinea come proprio quel documento pubblicato l’8 febbraio dal Vaticano è frutto di un «grande credente e un grande umanista. Ha voluto allontanare l’accusa di bugiardo e sappiamo che il principe della menzogna è il diavolo, di fronte alla svista che lui riconosce». Ratzinger sia dunque preso da esempio per tutta la Chiesa, sottolinea ancora il prelato, «ma anche per tutta la società perché questo male così drammatico della violenza sui bambini è trasversale, investe tutte le istituzioni della società».



“COMMISSIONE ABUSI IN ITALIA? C’È GIÀ IL SANT’UFFIZIO”

Nel merito della polemica sulle commissioni indipendenti fuori dalla Chiesa – come avvenuto a Parigi, Monaco e negli Usa – Monsignor Paglia ritorna sulle parole delle scorse settimane del Presidente Cei Card. Bassetti: «La Chiesa italiana già da tempo ha aperto nelle diocesi delle porte, dei luoghi, dove poter denunciare gli atti di pedofilia e in genere abusi commessi dal clero». Papa Francesco, sulla scia di Wojtyla e Ratzinger, ha imbracciato la via della tolleranza zero sul fronte abusi, ora serve però accelerare anche nelle realtà ecclesiali locali: «controllo e giudizio, ogni vescovo in ogni diocesi lo metta in pratica». Quello che però non viene ritenuta utile è proprio la commissione “indipendente”, spiega Paglia sulla stessa “scia” di Bassetti e del Cardinal Ruini: «non ce n’è bisogno perché nessuna diocesi è autarchica e viene controllata direttamente dal Sant’Uffizio (Congregazione Dottrina della Fede, ndr)». Il vescovo contesta poi la dicitura stessa del concetto di “indipendenza”, permettendosi un paragone con la situazione della magistratura italiana, «ecco sappiamo quello che è successo al Consiglio Superiore della Magistratura e dintorni…». La garanzia dell’indipendenza, conclude Mons. Paglia in radio, «basata sulla responsabilità e la divisione dei poteri e questo c’è anche nella Chiesa, all’interno della Chiesa ci sono gli stessi poteri indipendenti che ci sono nelle altre istituzioni, i tribunali nella Chiesa funzionano dal medioevo e il Sant’Uffizio è l’organo centrale della Chiesa che funziona da organo di controllo anche dei tribunali diocesani».

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