Un uomo è stato bruciato vivo in Pakistan perché accusato di blasfemia e la scena è stata ripresa in un video raccapricciante che sta facendo il giro dei social, e che non vi riportiamo, in cui si vede il corpo a terra in fiamme, mentre la folla attorno incita ad Allah. Stando a quanto ricostruito da Al Jazeera, la vittima è un uomo di 36 anni che era stato accusato di aver profanato il libro sacro dei musulmani, il Corano, ma non è chiaro cosa abbia fatto di preciso. La vicenda risale a giovedì, quando a Madyan, una città del distretto di Swat, una località turistica situata a 280 chilometri dalla capitale pakistana Islamabad e che si trova nella provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa.
La polizia locale non ha rivelato l’identità dell’uomo, limitandosi a riferire che si tratta di un turista di Sialkot, nel Punjab. «La nostra squadra di polizia ha raggiunto il mercato principale di Madyan per arrestare l’uomo e portarlo alla stazione di polizia, ma la folla ha chiesto di consegnarlo», ha dichiarato un funzionario di polizia ad Al Jazeera, a condizione di anonimato. Un folto gruppo di circa cento persone si è radunato fuori dalla stazione di polizia dove l’uomo era trattenuto per attaccarla e trascinare fuori l’uomo prima di ucciderlo. Non è chiaro neppure come sia stato ucciso, ma una fonte di polizia ha dichiarato alla stessa testata che l’uomo accusato di blasfemia è stato «torturato a morte». Comunque, i video che circolano sui social mostrano una folla che intona slogan religiosi e circonda il corpo in fiamme.
PAKISTAN, “RIVOLTA” PER UN CASO DI BLASFEMIA: CHIESTA INDAGINE
Zahid Ullah Khan, alto funzionario della polizia di Swat, ha fatto sapere ai media che il gruppo ha dato fuoco alla stazione di polizia e a un veicolo degli agenti, quindi sono in corso delle indagini su quanto accaduto, senza confermare se sia stato presentato un rapporto di prima informazione (FIR) sull’incidente o se siano stati effettuati arresti. Ci sono però funzionari dell’ospedale civile di Madyan che ad Al Jazeera hanno riferito che almeno 8 persone sono state portate lì con ferite minori a causa dell’incidente, e tutte sono state curate e dimesse, mentre il traffico è stato temporaneamente interrotto nella zona del mercato principale, per consentire di far tornare la situazione alla normalità. Ma il ministro capo del Khyber Pakhtunkhwa, Ali Amin Gandapur, ha condannato la morte dell’uomo e chiesto alla polizia un rapporto immediato sull’incidente.
“IMPENNATA DI ACCUSE DI BLASFEMIA IN PAKISTAN”
Di recente, un cristiano di 70 anni è stato attaccato e gravemente ferito da un gruppo di persone con l’accusa di blasfemia, sempre in relazione al Corano: anche in questo caso c’è stata una rivolta, ma l’uomo, salvato dalla polizia, è poi morto nove giorni dopo per le ferite riportate. Per l’accademico Arafat Mazhar, che si occupa di ricerche sulle leggi pakistane sulla blasfemia, ci sono timori anche per la sicurezza che per i diritti civili e analizzato ad Al Jazeera il fenomeno: «Non c’è nulla di più terrificante della violenza legata alla blasfemia. Negli anni ’80, lo Stato pakistano ha promesso che chiunque avesse accennato o insinuato la blasfemia, con o senza dolo, sarebbe stato ucciso. Questo ha portato a un’impennata delle accuse di blasfemia, ma il Pakistan deve contrastare l’aumento delle accuse di blasfemia, modificare radicalmente la legge e impedirne l’uso improprio contro le persone».