Il dramma di Sajada in Pakistan: la donna è stata sequestrata per 8 anni e sfregiata poiché cristiana. Al momento del matrimonio con Aslan Dogar era stata costretta a convertirsi all’Islam. Da lì l’inizio del suo calvario, dato che la famiglia musulmana del marito non l’aveva mai accettata. Per quasi un decennio ha subito violenze e discriminazioni.



La Polizia, come ricostruisce il quotidiano Avvenire, è riuscita a salvarla, ma adesso è in condizioni gravissime: lotta tra la vita e la morte. Il 31 agosto scorso, infatti, è stata ritrovata semi-cosciente nella sua abitazione con una profonda ferita alla testa e ustioni in tutto il corpo. Il marito marito Aslan Dogar e i suoi fratelli Asif e Shahid le avevano gettato addosso acqua bollente nei giorni precedenti. Ad allertare le forze dell’ordine erano stati i vicini di casa. Ora è ricoverata al Jinnah Hospital di Lahore, nel capoluogo provinciale.



Pakistan, cristiana sequestrata per 8 anni e sfregiata: un episodio non raro

“Spero che si possa fare giustizia ma avendo presente diversi casi del passato non nutro tante speranze“. Lo ha detto Nasir Saeed, presidente dell’organizzazione di tutela dei diritti legali delle minoranze Claas. L’episodio di Sajada, cristiana sequestrata per 8 anni e sfregiata in Pakistan, infatti, non è unico né raro. Le donne che subiscono violenze e discriminazioni di questo tipo nel Paese sono innumerevoli.

Non soltanto da parte dei mariti, bensì anche dalle famiglie di origine. “Le donne non musulmane sono spesso indotte al matrimonio e di conseguenza costrette a convertirsi perché senza la conversione nessuno le sposerebbe. Sono molto pochi quelli che davvero sposano donne non musulmane, avviano con esse una famiglia e riconoscono loro gli stessi diritti e rispetto. A volte vengono vendute oppure costrette a prostituirsi”, ha aggiunto Nasir Saeed.