I cristiani del Pakistan chiedono una legge che punisca le conversioni forzate. Un’iniziativa portata avanti da Shabbir Shafqat, presidente del National Christian Party, dopo l’ennesimo caso di violenza nei confronti di un’adolescente e di un membro della comunità cristiana. Come riferito da Vaticannews.it, una 13enne è stata rapita e costretta a sposare un musulmano; era sparita dallo scorso 13 ottobre mentre stava giocando davanti a casa sua, e i genitori avevano denunciato il tutto alle autorità locali. Peccato però che il commissariato della polizia abbia presentato dei documenti, completamente falsi, che attestavano la maggiore età della ragazza, svelando poi il matrimonio totalmente libero, con un cittadino musulmano. I genitori di Arzoo, così si chiama la giovane convertita forzatamente, hanno quindi deciso di rivolgersi alle autorità ecclesiastiche: “Siamo grati alla Commissione nazionale per la giustizia e la pace – le parole del padre della giovane ad Ucanews – per la sua disponibilità ad aiutare ad avviare le procedure legali”.
PAKISTAN, CRISTIANI CHIEDONO LEGGE CONTRO CONVERSIONE FORZATA: L’ULTIMA PROPOSTA DI LEGGE E’ STATA BOCCIATA
Shabbir Shafqat ha fermamente condannato il fatto, dichiarando: “In Pakistan la conversione forzata è diventata uno strumento per perseguitare i cristiani e le minoranze. Dobbiamo prendere una posizione unita contro il rapimento di Arzoo”. Purtroppo in Pakistan i rapimenti e i successivi matrimoni di membri delle minoranze religiose con musulmani sono una prassi molto frequente, e di conseguenza già lo scorso mese di marzo la Commissione per i diritti umani del Pakistan aveva sollecitato le istituzioni per rendere illegali le conversioni forzate: “troppo spesso esse sono travestite da conversioni volontarie. La dura realtà è che non sono considerate un reato, tanto meno come un problema che dovrebbe interessare l’opinione pubblica”. L’ultimo progetto di legge è stato però respinto dalla Commissione per gli affari religiosi del Senato, e le violenze in Pakistan contro i cristiani e le altre minoranze, non trovano la parola fine.