DOPO LE DICHIARAZIONI DI INGROIA, PALAMARA CONFERMA TUTTO: “NAPOLITANO CI ANTICIPÒ L’ARRIVO DI MONTI”
Si è appena aperto il 2024 ma la memoria politica rischia freneticamente di riandare a 13 anni fa, con la caduta del Governo Berlusconi e l’arrivo del super-europeista Mario Monti a Palazzo Chigi: ne aveva già parlato l’ex pm Antonio Ingroia in un colloquio con “La Verità” appena prima di Capodanno, oggi però arriva la conferma di un altro ex giudice, già capo dell’Anm e coinvolto nelle inchieste legate alle nomine del Csm, Luca Palamara. Raggiunto dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, l’ex leader del sindacato magistrati risponde indirettamente a “Repubblica” che a sua volta aveva criticato le parole di Ingroia.
«Il Presidente Napolitano ci anticipò il cambio Berlusconi-Monti»: secondo Palamara il Capo dello Stato negli anni difficili della crisi economica dello spread voleva porre un cambiamento radicale alla guida del Paese e fece di tutto politicamente per riuscirci. «Dal 2008 al 2011, – racconta Palamara a “La Verità” – quando Berlusconi cadde sotto i colpi dello spread, come da prassi costante dell’Associazione nazionale magistrati, ho sempre condiviso la mia attività con il presidente Napolitano, il cui ruolo in quegli anni non possiamo definire neutrale, ma assolutamente decisivo nella direzione politica dello Stato».
COSA AVVENNE NEL 2011: LA CADUTA DI BERLUSCONI E IL RETROSCENA DI PALAMARA
Nel ricostruire cosa avvenne nella bufera dell’Europa contro il Governo Berlusconi-Tremonti, l’ex giudice Palamara parte dal novembre 2011 dopo che per un’intera estate dai toni “bollenti” sui rapporti tra politica e magistratura («complici le indagini milanesi su Berlusconi e le annunciate riforme punitive»), il protagonista del presunto “sistema Csm” viene chiamato dall’allora consigliere giuridico al Quirinale, Loris D’Ambrosio.
Qui Palamara racconta sempre a “La Verità”: «siamo nei giorni della piena emergenza economica per lo spread alle stelle»: ebbene, dal Colle gli viene comunicato l’opportunità di una chiacchierata di persona con il presidente Napolitano. A quel punto, conclude Palamara, «Il governo Berlusconi era sotto bersaglio da più parti e nonostante l’opera di mediazione di Gianni Letta nel colloquio avemmo una sorta di anticipazione implicita che presto ci sarebbe stato il cambio di guardia tra Berlusconi e Monti». Insomma, un presunto “golpe bianco” di cui per anni il leader di Forza Italia – ironia del destino, scomparso lo stesso anno di Napolitano, l’appena trascorso 2023 – ha accusato l’origine di quelle dimissioni “pressate” da Europa e Quirinale. Ingroia ha svelato a “La Verità” che del presunto “golpe” orchestrato da Napolitano le prove sarebbero nelle famose intercettazioni con Nicola Mancino che l’ex pm della procura di Palermo era arrivato a controllare durante l’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia. Ora Palamara conferma tutto: «è una vicenda che ha creato una sorta di dualismo tra i poteri del Presidente della Repubblica e del Presidente dl Consiglio, quantomai attuale se rapportata alle discussioni che oggi si fanno sul Premierato».