Palazzo Chigi, dopo tre mesi Mario Sechi lascia l’incarico di capo ufficio stampa di Giorgia Meloni, probabilmente a causa degli scontri con le collaboratrici e fedelissime della presidente, Patrizia Scurti e Giovanna Iannello. Ora secondo indiscrezioni, avrebbe le valigie pronte e si appresterebbe ad assumere il ruolo di direttore a Libero Quotidiano. Come riportato ieri da diversi organi di stampa online, tra cui Dagospia, oggi anche La Stampa riprende la notizia, dando anche il nome del probabile successore. Sarebbe favorito al momento Daniele Capezzone de La Verità, che potrebbe presto assumere l’incarico, dopo essere stato segnalato anche in lista tra i probabili nuovi direttori di Libero.
Una delle conferme dell’abbandono di Mario Sechi, che comunque contattato al telefono non ha risposto alle richieste de La Stampa, potrebbe proprio essere nel fatto, come sottolinea oggi il quotidiano, che il direttore non era presente allo storico incontro tra la Meloni e Emmanuel Macron. I dissapori tra il portavoce di Palazzo Chigi e le coordinatrici della segreteria, risalirebbero già all’epoca della nomina, tre mesi fa, un circolo ristretto dell’ufficio comunicazione che non avrebbe mai visto di buon occhio Sechi.
Mario Sechi si dimette da palazzo Chigi, Capezzone favorito come prossimo portavoce di Giorgia Meloni
Secondo quanto riportato da La Stampa, Mario Sechi sarebbe arrivato a Palazzo Chigi già “depotenziato” da subito dopo la prima nomina di incarico, in base alla quale aveva assunto il ruolo di direttore dell’ufficio stampa, ma non di portavoce ufficiale di Giorgia Meloni. L’accordo, che doveva durare due mesi, non prevedeva infatti il contatto diretto con la presidente del Consiglio. Un clima abbastanza teso che si respirava alla segreteria della comunicazione, che secondo molte fonti, spiega anche l’abbandono successivo.
Sechi ora, in base alle anticipazioni, dopo le dimissioni avrebbe già accettato di dirigere il quotidiano Libero. Mentre per la successione a portavoce si parla già di Daniele Capezzone come tra i “favoriti” in lista . L’ex direttore dell’Agi non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito scegliendo di non rispondere alle richieste de La Stampa che chiedevano conferme.