Un edificio che a prima vista sembra sempre lì lì per crollare, anche per via della sua vertiginosa struttura e che pure aveva fatto storcere il naso all’epoca, dopo la sua inaugurazione: e invece da oltre 40 anni è ancora là, biglietto da visita in tutto il mondo di una delle più importanti case editrici ma anche uno dei capolavori dell’architettura moderna e che rappresenta una delle tante meraviglie lasciateci in eredità da Oscar Niemeyer, l’architetto brasiliano scomparso nel 2012. Stiamo parlando ovviamente del Palazzo Mondadori in quel di Segrate, comune della Città Metropolitana di Milano: questo parallelepipedo che con i suoi archi affascina sempre il visitatore, specialmente la prima volta che vi si trova di fronte, è inoltre immersa in un bellissimo parco in cui, mentre ci si avvia verso la sede della compagnia voluta nei primi Anni Settanta da Giorgio Mondadori, si può pure provare l’esperienza di camminare letteralmente sull’acqua. Scopriamo dunque di seguito la storia di Palazzo Mondadori, la sua genesi, ed esplorando idealmente quella sua armonia di spazi e volumi che lo rende nel nostro Paese uno dei posti certamente più suggestivi in cui poter lavorare e immerso, tutto solo, in un’area che quarant’anni fa era destinata principalmente a usi agricoli e costellata di cascine.



PALAZZO MONDADORI A SEGRATE

La storia di Palazzo Mondadori, come accennato, comincia quando la sua costruzione fu commissionata da Giorgio Mondadori (erede di Arnoldo, il fondatore della casa editrice) a Oscar Niemeyer, uno degli architetti più celebri del secolo scorso e che ci ha lasciato solo otto anni fa aa veneranda età di 105 primavere. Il progettista brasiliano, di cui è anche superfluo ricordare a sfolgorante carriera e che oltre a collaborare con Le Corbusier fu uno di coloro che immaginarono la realizzazione di Brasilia (la capitale del Paese sudamericano completata nel 1960), mise in questo suggestivo edificio a Segrate, nella periferia est di Milano, la summa delle sue concezioni in materia di spazi e di plasmare le strutture integrandole con l’ambiente circostante, di solito a sfondo naturale. E proprio dopo aver visitato Brasilia, Giorgio Mondadori decise di affidare a Niemeyer il progetto per i nuovi uffici con l’obiettivo di dare vita non solo alla nuova sede ma pure a un edificio che restasse negli anni a venire nella memoria collettiva (“architettura pubblicitaria” usando le sue parole). E il capolavoro dell’architetto originario di Rio de Janeiro, completato nel 1974 e inaugurato l’anno dopo, si presentò subito come un’opera non solo innovativa nel design ma pure rivoluzionaria nel progettare ambienti in cui i dipendenti della Mondadori potessero lavorare. Ed è per questo che ancora oggi il Palazzo, circondando da un bellissimo parco firmato da paesaggista Pietro Porcinai e da un lago artificiale di 20mila metri quadrati, è all’avanguardia con le sue imponenti arcate di larghezze diverse tra loro che accolgono il visitatore.

IL CAPOLAVORO DELL’ARCHITETTO OSCAR NIEMEYER DOVE…

Nell’autunno del 2017, in occasione delle Giornate FAI, per la prima volta tra i luoghi d’Italia visitabili al pubblico c’era stato proprio Palazzo Mondadori, oggi piccolo luogo di culto per gli amanti del genere ma che all’epoca nacque per esigenze pratiche (l’aumento del numero dei dipendenti della casa editrice): il complesso che ricorda molto da vicino Palazzo Itamaraty, la sede del Ministero degli Affari Esteri brasiliano, capolavoro anch’esso nato dalla mente dell’architetto modernista Niemeyer) è composto essenzialmente da tre elementi, ovvero la “scatola di vetro” che rappresenta il volume principale coi suoi cinque piani di questo enorme parallelepipedo con le sue arcate e dove hanno sede gli uffici, che si affiancano a due “corpi bassi” minori orizzontali che invece emergono dall’acqua. Infatti, come detto, per arrivare all’edificio si percorre una sottile striscia di cemento che collega la sede-isola circondata dal laghetto alla… terraferma, e scorgendo oche e paperelle se si volge lo sguardo intorno; dalle acque inoltre emerge la “Colonna dai grandi fogli”, una gigantesca scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro. Detto dei giardini e delle tante specie di alberi e fiori con cui Porcinai ha abbellito il parco, una volta all’interno di Palazzo Mondadori si viene sopraffatti dagli immensi spazi in cemento armato che danno l’impressione che la struttura letteralmente fluttui per via dell’effetto dato dalle arcate e dai tiranti, in pratica una costruzione “sospesa” grazie a dei cavi e che ha come unico appiglio a terra le scale di accesso. Infine, va ricordato che la sede della Mondadori ospita non solo le varie redazioni ma anche un ristorante, un’edicola, la banca, ça va sans dire una libreria e altri esercizi commerciali.

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